Primi passi: Gongyo e le preghiere silenziose
a cura di Tamiko Kaneda
La prima volta che presi in mano il libretto di Gongyo avevo sette anni. In quel periodo la mia più grande sofferenza era dovuta alla paura che mi incuteva la maestra e mia madre mi disse semplicemente che se volevo risolvere questa sofferenza bastava recitare un po' di Daimoku e la prima parte del libretto di Gongyo prima di andare a scuola. Questa è stata la motivazione per iniziare a praticare e poi ho imparato piano piano anche la seconda parte. Ma arrivato l'ultimo giorno di scuola, anche la mia pratica andava in vacanza per ricominciare a settembre. A dieci anni, durante il primo corso estivo italiano, mi accorsi di sapere a memoria tutto il libretto e, fiera di me, decisi che da quel momento avrei recitato Gongyo senza leggere il libretto. Lo confidai a un'amica di mia madre e lei, nonostante fossi ancora una bambina, con aria seria mi disse: «Non si finisce mai di imparare il libretto di Gongyo!». Le sue parole mi colpirono talmente che tutt'oggi mi ricordo la scena come se fosse successo ieri. La vita poi mi ha dimostrato che quella affermazione era vera: non si finisce mai di migliorare Daimoku e Gongyo. Anche oggi, che sono trascorsi quasi trent'anni dal primo Gongyo, mi accorgo di piccoli errori nella pronuncia oppure di non avere sempre un atteggiamento corretto davanti al Gohonzon. Quando sento che la mia vita non migliora, ricomincio da zero con la pratica quotidiana: mi siedo davanti al Gohonzon come se fosse il primo giorno e mi sforzo di recitare Daimoku e Gongyo con la massima concentrazione. La relazione con la maestra delle elementari si è trasformata del tutto, tanto che sono andata a trovarla anche dopo la laurea.
Gongyo: pratica principale e di supporto
Il cuore di Nichiren Daishonin, che proclamò Nam-myoho-renge-kyo per la prima volta il 28 aprile 1253, era animato dal forte desiderio di condurre l'umanità intera verso la felicità attraverso la manifestazione dell'infinito potenziale insito in ogni vita: la natura di Budda. Gongyo letteralmente significa "pratica assidua". La pratica di Gongyo si divide in pratica principale, cioè la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, o Daimoku, e la pratica di supporto, la recitazione del secondo e sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Espedienti (Hoben) e Durata della vita del Tathagata (Juryo). Negli scritti giunti fino ai nostri giorni si trova traccia del fatto che il Daishonin e il suo successore Nikko Shonin recitavano Daimoku e i due capitoli del sutra, mentre la pratica dei seguaci laici del Daishonin era principalmente la recitazione del Daimoku, anche se in alcuni casi egli incoraggiava la recitazione dei due capitoli del Sutra del Loto o parti di essi. La pratica principale, o Daimoku, esprime la fede nel Gohonzon che permette di manifestare la natura di Budda inerente nelle nostre vite. La pratica di supporto ha il significato di lodare il Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo. In altri termini, usando le "auree parole" del Budda nel Sutra del Loto, noi lodiamo la Legge fondamentale per manifestare la nostra natura di Budda. Il significato fondamentale della pratica di Gongyo è aver fede nel Gohonzon, lodare la Legge di Nam-myoho-renge-kyo e forgiare la propria vita. Gli obiettivi principali di questa pratica sono la manifestazione della Buddità in ogni singolo essere umano e la realizzazione di kosen-rufu. Questo significa che oltre alla nostra pratica costante è importante che numerose persone decidano di abbracciare questo insegnamento. Il Jigage (parte in versi del sedicesimo capitolo) è il riassunto dell'intero capitolo Durata della vita del Tathagata, l'anima dei ventotto capitoli del Sutra del Loto, la quintessenza del Buddismo. Nichiren Daishonin risvegliò la propria natura di Budda, come è rivelato nel Jigage, e ha espresso questo in Nam-myoho-renge-kyo. In risposta a una domanda inerente a Daimoku e a Gongyo il presidente Ikeda afferma: «Gongyo (la recitazione del Daimoku e della pratica di supporto) è un'azione quotidiana con la quale rendiamo i nostri cuori e le nostre menti puri e pronti alla vita. È l'accensione del "motore principale" per uno splendido inizio di giornata; è la giusta preparazione per affrontare la giornata» (Protagonisti, 1, 223).
«Abbracciare, leggere, recitare, proteggere e trarre gioia da tutti gli otto volumi e ventotto capitoli del Sutra del Loto, è la pratica estesa. Abbracciare e proteggere i capitoli Hoben e Juryo, è la pratica abbreviata. Recitare semplicemente quattro versi o il solo Daimoku e proteggere chi li recita, è la pratica essenziale. Perciò, tra la pratica estesa, la pratica abbreviata e quella essenziale, il Daimoku rientra nella pratica essenziale» (SND, 5, 31).
Il significato delle preghiere silenziose
Le preghiere silenziose che leggiamo dopo la lettura dei capitoli del sutra esprimono semplicemente il senso di gratitudine che ognuno dovrebbe nutrire. Nella lingua giapponese vengono chiamate gokannenmon: go è un ideogramma onorifico, kannen significa ricordare o riflettere e mon significa frase. Nel momento che formuliamo le preghiere silenziose è importante che anche i nostri pensieri siano coerenti; frasi sintetiche e chiare ci aiutano a focalizzare più facilmente il pensiero sulla preghiera silenziosa. Come si legge all'inizio delle preghiere silenziose dentro il libretto di Gongyo: «Le preghiere silenziose vogliono esprimere il senso di gratitudine e le determinazioni di noi credenti del Buddismo di Nichiren Daishonin e membri della Soka Gakkai Internazionale. La formulazione di queste preghiere intende aiutarci a esprimere la nostra gratitudine e i nostri scopi. non è quindi l'esatta dicitura delle preghiere a essere importante, bensì la nostra sincerità mentre preghiamo». È fondamentale non dimenticarsi lo spirito di gratitudine. Nichiren Daishonin inizia le lettere rivolte ai suoi seguaci con i ringraziamenti e anche il presidente Ikeda ringrazia sempre tutti i membri della SGI per il sincero impegno nel promuovere il movimento di kosen-rufu. Nei suoi consigli egli sottolinea sempre questo principio: «Chi esprime gratitudine è veramente felice. Una vita piena di gratitudine è luminosa e felice, sia dinanzi alle persone, che quando ci offrono un passaggio in auto, o quando si è a casa con la propria famiglia. Offrire il proprio ringraziamento con sincerità è sinonimo di una esistenza felice. Quando proviamo gratitudine, irradiamo un'onda di felicità che avvolge noi stessi e gli altri. [...] Nella parola "grazie" c'è il seme della felicità; chi apprezza profondamente il valore di questa parola e la usa generosamente si esprime molto più eloquentemente di un abile oratore» (Il Nuovo Rinascimento, 137, 17).
Le preghiere silenziose
Prima preghiera
(solo al mattino)
GRATITUDINE AGLI SHOTEN ZENJIN
Esprimo la mia gratitudine per le funzioni protettrici della vita e dell'ambiente (shoten zenjin) e prego affinché il loro potere protettivo sia ulteriormente rafforzato e accresciuto dalla mia pratica buddista.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Seconda preghiera
GRATITUDINE PER IL DAI-GOHONZON, PER NICHIREN DAISHONIN, NIKKO SHONIN E NICHIMOKU SHONIN
Esprimo la mia più profonda devozione e la mia più sincera gratitudine per il Dai-Gohonzon delle tre grandi Leggi segrete donato al mondo intero.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine per Nichiren Daishonin, il Budda originale dell'Ultimo giorno della Legge.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine per Nikko Shonin.
Esprimo sincera gratitudine per Nichimoku Shonin.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Terza preghiera
DEDICATA A KOSEN-RUFU
Prego per la realizzazione del grande desiderio di kosen-rufu in tutto il mondo e perché la Soka Gakkai Internazionale possa eternamente adempiere a questa missione.
Esprimo la mia più sincera gratitudine ai tre presidenti fondatori, Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda, eterni esempi di totale dedizione alla propagazione della Legge.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Quarta preghiera
PREGHIERE PERSONALI E PER I DEFUNTI
Prego per poter trasformare il mio karma negativo causato dalle mie offese alla Legge in questa vita e in quelle passate e per realizzare i miei desideri nel presente e nel futuro.
(Offrire qui le proprie preghiere personali)
Prego per tutti i miei parenti, amici e per i credenti defunti. In particolare per:
(Ricordare qui i propri cari, suonando ripetutamente la campana. Poi recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Prego per la pace nel mondo e per la felicità di tutta l'umanità.
(Suonare la campana tre volte e concludere con sansho)
La prima volta che presi in mano il libretto di Gongyo avevo sette anni. In quel periodo la mia più grande sofferenza era dovuta alla paura che mi incuteva la maestra e mia madre mi disse semplicemente che se volevo risolvere questa sofferenza bastava recitare un po' di Daimoku e la prima parte del libretto di Gongyo prima di andare a scuola. Questa è stata la motivazione per iniziare a praticare e poi ho imparato piano piano anche la seconda parte. Ma arrivato l'ultimo giorno di scuola, anche la mia pratica andava in vacanza per ricominciare a settembre. A dieci anni, durante il primo corso estivo italiano, mi accorsi di sapere a memoria tutto il libretto e, fiera di me, decisi che da quel momento avrei recitato Gongyo senza leggere il libretto. Lo confidai a un'amica di mia madre e lei, nonostante fossi ancora una bambina, con aria seria mi disse: «Non si finisce mai di imparare il libretto di Gongyo!». Le sue parole mi colpirono talmente che tutt'oggi mi ricordo la scena come se fosse successo ieri. La vita poi mi ha dimostrato che quella affermazione era vera: non si finisce mai di migliorare Daimoku e Gongyo. Anche oggi, che sono trascorsi quasi trent'anni dal primo Gongyo, mi accorgo di piccoli errori nella pronuncia oppure di non avere sempre un atteggiamento corretto davanti al Gohonzon. Quando sento che la mia vita non migliora, ricomincio da zero con la pratica quotidiana: mi siedo davanti al Gohonzon come se fosse il primo giorno e mi sforzo di recitare Daimoku e Gongyo con la massima concentrazione. La relazione con la maestra delle elementari si è trasformata del tutto, tanto che sono andata a trovarla anche dopo la laurea.
Gongyo: pratica principale e di supporto
Il cuore di Nichiren Daishonin, che proclamò Nam-myoho-renge-kyo per la prima volta il 28 aprile 1253, era animato dal forte desiderio di condurre l'umanità intera verso la felicità attraverso la manifestazione dell'infinito potenziale insito in ogni vita: la natura di Budda. Gongyo letteralmente significa "pratica assidua". La pratica di Gongyo si divide in pratica principale, cioè la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, o Daimoku, e la pratica di supporto, la recitazione del secondo e sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Espedienti (Hoben) e Durata della vita del Tathagata (Juryo). Negli scritti giunti fino ai nostri giorni si trova traccia del fatto che il Daishonin e il suo successore Nikko Shonin recitavano Daimoku e i due capitoli del sutra, mentre la pratica dei seguaci laici del Daishonin era principalmente la recitazione del Daimoku, anche se in alcuni casi egli incoraggiava la recitazione dei due capitoli del Sutra del Loto o parti di essi. La pratica principale, o Daimoku, esprime la fede nel Gohonzon che permette di manifestare la natura di Budda inerente nelle nostre vite. La pratica di supporto ha il significato di lodare il Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo. In altri termini, usando le "auree parole" del Budda nel Sutra del Loto, noi lodiamo la Legge fondamentale per manifestare la nostra natura di Budda. Il significato fondamentale della pratica di Gongyo è aver fede nel Gohonzon, lodare la Legge di Nam-myoho-renge-kyo e forgiare la propria vita. Gli obiettivi principali di questa pratica sono la manifestazione della Buddità in ogni singolo essere umano e la realizzazione di kosen-rufu. Questo significa che oltre alla nostra pratica costante è importante che numerose persone decidano di abbracciare questo insegnamento. Il Jigage (parte in versi del sedicesimo capitolo) è il riassunto dell'intero capitolo Durata della vita del Tathagata, l'anima dei ventotto capitoli del Sutra del Loto, la quintessenza del Buddismo. Nichiren Daishonin risvegliò la propria natura di Budda, come è rivelato nel Jigage, e ha espresso questo in Nam-myoho-renge-kyo. In risposta a una domanda inerente a Daimoku e a Gongyo il presidente Ikeda afferma: «Gongyo (la recitazione del Daimoku e della pratica di supporto) è un'azione quotidiana con la quale rendiamo i nostri cuori e le nostre menti puri e pronti alla vita. È l'accensione del "motore principale" per uno splendido inizio di giornata; è la giusta preparazione per affrontare la giornata» (Protagonisti, 1, 223).
«Abbracciare, leggere, recitare, proteggere e trarre gioia da tutti gli otto volumi e ventotto capitoli del Sutra del Loto, è la pratica estesa. Abbracciare e proteggere i capitoli Hoben e Juryo, è la pratica abbreviata. Recitare semplicemente quattro versi o il solo Daimoku e proteggere chi li recita, è la pratica essenziale. Perciò, tra la pratica estesa, la pratica abbreviata e quella essenziale, il Daimoku rientra nella pratica essenziale» (SND, 5, 31).
Il significato delle preghiere silenziose
Le preghiere silenziose che leggiamo dopo la lettura dei capitoli del sutra esprimono semplicemente il senso di gratitudine che ognuno dovrebbe nutrire. Nella lingua giapponese vengono chiamate gokannenmon: go è un ideogramma onorifico, kannen significa ricordare o riflettere e mon significa frase. Nel momento che formuliamo le preghiere silenziose è importante che anche i nostri pensieri siano coerenti; frasi sintetiche e chiare ci aiutano a focalizzare più facilmente il pensiero sulla preghiera silenziosa. Come si legge all'inizio delle preghiere silenziose dentro il libretto di Gongyo: «Le preghiere silenziose vogliono esprimere il senso di gratitudine e le determinazioni di noi credenti del Buddismo di Nichiren Daishonin e membri della Soka Gakkai Internazionale. La formulazione di queste preghiere intende aiutarci a esprimere la nostra gratitudine e i nostri scopi. non è quindi l'esatta dicitura delle preghiere a essere importante, bensì la nostra sincerità mentre preghiamo». È fondamentale non dimenticarsi lo spirito di gratitudine. Nichiren Daishonin inizia le lettere rivolte ai suoi seguaci con i ringraziamenti e anche il presidente Ikeda ringrazia sempre tutti i membri della SGI per il sincero impegno nel promuovere il movimento di kosen-rufu. Nei suoi consigli egli sottolinea sempre questo principio: «Chi esprime gratitudine è veramente felice. Una vita piena di gratitudine è luminosa e felice, sia dinanzi alle persone, che quando ci offrono un passaggio in auto, o quando si è a casa con la propria famiglia. Offrire il proprio ringraziamento con sincerità è sinonimo di una esistenza felice. Quando proviamo gratitudine, irradiamo un'onda di felicità che avvolge noi stessi e gli altri. [...] Nella parola "grazie" c'è il seme della felicità; chi apprezza profondamente il valore di questa parola e la usa generosamente si esprime molto più eloquentemente di un abile oratore» (Il Nuovo Rinascimento, 137, 17).
Le preghiere silenziose
Prima preghiera
(solo al mattino)
GRATITUDINE AGLI SHOTEN ZENJIN
Esprimo la mia gratitudine per le funzioni protettrici della vita e dell'ambiente (shoten zenjin) e prego affinché il loro potere protettivo sia ulteriormente rafforzato e accresciuto dalla mia pratica buddista.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Seconda preghiera
GRATITUDINE PER IL DAI-GOHONZON, PER NICHIREN DAISHONIN, NIKKO SHONIN E NICHIMOKU SHONIN
Esprimo la mia più profonda devozione e la mia più sincera gratitudine per il Dai-Gohonzon delle tre grandi Leggi segrete donato al mondo intero.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine per Nichiren Daishonin, il Budda originale dell'Ultimo giorno della Legge.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine per Nikko Shonin.
Esprimo sincera gratitudine per Nichimoku Shonin.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Terza preghiera
DEDICATA A KOSEN-RUFU
Prego per la realizzazione del grande desiderio di kosen-rufu in tutto il mondo e perché la Soka Gakkai Internazionale possa eternamente adempiere a questa missione.
Esprimo la mia più sincera gratitudine ai tre presidenti fondatori, Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda, eterni esempi di totale dedizione alla propagazione della Legge.
(Recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Quarta preghiera
PREGHIERE PERSONALI E PER I DEFUNTI
Prego per poter trasformare il mio karma negativo causato dalle mie offese alla Legge in questa vita e in quelle passate e per realizzare i miei desideri nel presente e nel futuro.
(Offrire qui le proprie preghiere personali)
Prego per tutti i miei parenti, amici e per i credenti defunti. In particolare per:
(Ricordare qui i propri cari, suonando ripetutamente la campana. Poi recitare Nam-myoho-renge-kyo tre volte)
Prego per la pace nel mondo e per la felicità di tutta l'umanità.
(Suonare la campana tre volte e concludere con sansho)
(tina)
Migliorarsi sempre.... Anche solo una parola, un verso, al giorno.... Guardare il mondo con gli occhi del buddha. Nam Myoho Renge Kyo sempre.
RispondiEliminaBuon daimoku, Ilaria
grazie Ilaria,benvenuta in questo spazio!!!!
RispondiEliminatina
Ciao.
RispondiEliminaMi daresti la fonte di questo articolo?
Grazie
Ciao Tina avrei bisogno anch'io della fonte perché le preghiere silenziose saranno argomento del prossimo zadankai. Ti ringrazio
RispondiEliminaQuando si fa Gongyo vengono recitati i due capitoli completamente o solo una parte?
RispondiEliminaDopo le preghiere silenziose Nam myo renge kyo si recita a voce alta?Grazie
RispondiElimina❤️🤍
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