domenica 31 luglio 2011

La Rivoluzione umana....(fornito da Sara)

venerdì 29 luglio 2011

"ICHINEN"

Lo straordinario potere dell'ichinen


...
In un istante, presente con tutto me stesso, decido di vincere, di convogliare l'intero universo che vive in me verso una determinata direzione. Credere profondamente credere, fino al dodicesimo giorno. Non farsi scoraggiare dalle circostanze esterne, nulla può fermare un essere umano che decide di realizzare qualcosa di grande per il bene comune, curare la fiamma del desiderio, non farla spegnere, questa è l'esperienza che voglio fare ora. E' un salto di qualità della condizione della mia vita, fondamentale per me in questo momento, e poiché il potere del Gohonzon è assoluto, io lo voglio sperimentare tutto questo potere.

Nella Cerimonia nell'Aria tutti hanno promesso di proteggere e sostenere un simile devoto, dovunque lui si trovi, anche nel luogo più sperduto, e questo perché ogni singolo carattere del Sutra del Loto esiste indipendentemente dentro di me. E come lo attivo? Con la Fede! Si quella con la F maiuscola, quella che non demorde, quella Fede che desidera camminare a fianco del maestro, perché a me questo grande maestro, che vive in Giappone, e in questa esistenza nonho ancora conosciuto dal vivo, mi ha restituito quella mia vita preziosa che io neppure vedevo, come la storia della gemma nel vestito raccontata nel Sutra del Loto, ecco il presidente Ikeda oltre a ricordarci di possederla questa gemma ci ha anche mostrato il modo per riappropriarsene, con il suo esempio. Per questo lo amo così tanto, in troppi in questa società ci dicono quello che dovremmo fare ma sul "come", si perdono, oppure ci danno per effetto dell'oscurità, le indicazione sbagliate, Ikeda sensei no, nonmi ha mai deluso, ed ora, quando forse la sua vita preziosa sta raggiungendo la meta di questa esistenza io voglio rendergli onore trasformando il mio ambiente nella terra del Budda, e non solo desidero più che mai che questo desiderio si estenda a macchia d'olio, così anche Roma vedrà il suo meraviglioso castello di kosen rufu, e perché questo accada dobbiamo essere uniti come i pesci nell'acqua e quale modo migliore esiste per far brillare tutta la rete di Indra? Dedicandoci con tutto il cuore alla sicurezza, protezione, felicità assoluta e sviluppo vittorioso di ogni singolo membro! Questo ci chiede sensei, ed io sono qui in prima fila con tutto il mio bene per l'umanità pronto a realizzarlo.

Per favore vinciamo insieme! Qui risiede il sapore più buono della vittoria


(tina)

giovedì 28 luglio 2011

LA MIA RIVOLUZIONE UMANA.....

Dopo anni di sofferenza (almeno dieci) per problemi contingenti ed altri che mi portavo dietro da un pò,ho deciso di intraprendere un cammino nuovo...La mia vita è cambiata:ha trovato uno spiraglio di luce!Sono entrata nel mondo del buddismo,con riluttanza,curiosità e tanta umiltà... Ho iniziato la pratica,dapprima da sola e poi in un gruppo della mia città,gruppo che si chiama "molti tesori delle pietre nere"..Ogni volta che partecipo ad uno zadankai,torno a casa appagata,soddisfatta di ciò che ho appreso.....La pratica mi ha cambiata e quindi ritengo che la mia rivoluzione umana sia già iniziata....Non provo ancora una grandissima fede,ma penso che sia normale.....Il mese prossimo prenderò il gohonzon, e la cosa mi emoziona moltissimo....Con costanza e perseveranza andrò avanti ,ponendomi sempre degli scopi,anche di breve scadenza,perchè ho bisogno di verificare,ho bisogno di alimentare questa fede...

(tina.)

mercoledì 27 luglio 2011

ZADANKAI............


ZADANKAI
Cos’è lo Zadankai?

Il punto di
Partenza!
La riunione di
discussione (in giapponese
zadankai) è esattamente il
punto di partenza di kosen-
rufu.
È un giardino di felicità
e pace per la creazione di
valore, luogo d'origine del
rapporto di non dualità tra
maestro e discepolo e anche
sorgente per la vittoria
completa.
Daisaku Ikeda


PERCHÉ’ SI FA LO ZADANKAI?
Lo ricorda Nichiren Daishonin, a più riprese, in vari suoi scritti: «C'è pochissima carta per scrivere qui
nella provincia di Sado, e scrivervi individualmente richiederebbe troppo tempo. Ma se trascuro anche
una sola persona, questa potrebbe risentirsi. Perciò vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si
incoraggiassero leggendo insieme questa lettera» (Lettera da Sado, SND, 4, 83).
COME SI PREPARA UNO ZADANKAI?
Intanto diciamo che il buon risultato della riunione è lo specchio dell'attività svolta fra una riunione e
l'altra. Alla base delle riunioni c'è lo spirito dell'offerta - offerta del proprio tempo ma anche delle
esperienze realizzate fra un incontro e l'altro - il medesimo spirito cui ci riconduce Nichiren quando
afferma: «Un brano dal settimo capitolo del Sutra del Loto dice: "Il nostro desiderio è quello di condi-
videre questo beneficio in ugual modo con tutte le persone e così, insieme a loro, raggiungeremo la
Buddità"» (Il cancello del drago, SND, 4, 277). Donare e condividere, condividere e donare. Il fulcro è
l'esperienza vissuta. Il nucleo di un'esperienza "buddista" è la trasformazione interiore - e concreta-
mente visibile all'esterno - della persona nel suo cammino verso la felicità individuale e collettiva, verso
kosen-rufu. In questo senso l'esperienza coincide con la "prova concreta" del Buddismo. Nichiren par-
la infatti di tre prove per valutare un insegnamento religioso: prova teorica, prova documentaria e pro-
va concreta. Le prime due sono importanti, poiché riguardano la coerenza interna al sistema religioso
(o filosofico), ma senza la prova concreta rimarrebbero lettera morta, pura teoria.
PERCHÉ SI RACCONTANO LE ESPERIENZE, E COME SI RACCONTANO?
Dicendo che «si raccontano le esperienze per incoraggiare gli altri, ma sono anche un'occasione per
fare il punto sulla nostra pratica individuale; si parte da come eravamo prima, dando risalto al percorso
fatto e sottolineando quanto ci è servita la pratica per maturare questo cambiamento». Le esperienze
«si raccontano per dimostrare che la pratica buddista funziona e sono importantissime per andare
avanti». «Dovrebbero essere sintetiche, dovrebbero avere al centro il Gohonzon e il Daimoku e co-
munque essere raccontate sempre con il cuore».


SPECIALE SETTORE SHIJO KINGO

COSA FARE QUANDO C’È UN OSPITE?

La cosa più importante è metterlo «a proprio agio»,«quando ci sono persone nuove è importante spie-
gare le basi della pratica - ad esempio il significato di Nam-myoho-renge-kyo e il Gohonzon - raccon-
tando esperienze personali, piuttosto che fossilizzarsi sull'argomento originario che potrebbe anche
risultare ostico per le persone nuove». In fondo è quanto ci ricorda Nichiren Daishonin quando dice:
«Devi non solo perserverare tu, ma insegnare anche agli altri. Sia la pratica che lo studio devono sorge-
re dalla fede. Insegna agli altri al meglio che puoi, anche solo una frase o una sola parola. Nam-myoho-
renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo» (La vera entità della vita, SND, 4, 235). Sono importanti l'eloquen-
za e una vasta conoscenza per incoraggiare le persone? In senso strettamente buddista no, o almeno
non da sole, poiché «Solo la fede è realmente importante» (La strategia del Sutra del Loto, SND, 4,
194).

COSA FA IL COORDINATORE DI RIUNIONE?
Nichiren: «Se non fai domande e non risolvi i tuoi dubbi, non puoi disperdere le oscure nuvole dell'illu-
sione, così come non potresti percorrere mille miglia senza gambe. Fatti leggere questa lettera più e
più volte e poni qualunque domanda desideri» (Lettera a Niike, SND, 4, 253). In ultimo ha il compito di
far chiudere la riunione in orario, segno di rispetto nei confronti dei partecipanti e di chi ha messo a
disposizione la propria casa. Sarebbe ideale che ci fosse sempre qualcuno che si occupa della protezio-
ne delle attività, dal recitare Daimoku per il successo della riunione, ad aprire la porta o a far sì che
tutti siano a loro agio; curarsi anche di evitare che la riunione possa arrecare disturbo ai vicini, per
esempio ricordando di evitare parcheggi selvaggi, o rumorose discese per le scale. Proprio perché pre-
ghiamo per la pace nel mondo, non possiamo non cominciare a crearla nel nostro vicinato. Vi possono
infine essere persone che hanno difficoltà a partecipare alle riunioni. Uno dei motivi principali è in ge-
nere l'orario di lavoro; per questo esistono riunioni in orari alternativi, per esempio al pomeriggio o alla
mattina, che vengono organizzate laddove vi siano persone che ne hanno necessità, e quindi è utile in-
formarsi presso i referenti di ogni zona. La riunione di discussione è dunque l'attività principale nella
Soka Gakkai, il fiume cui tutti gli affluenti contribuiscono, alla quale è fondamentale cercare sempre di
partecipare, anche quando il tempo da dedicare all'attività buddista scarseggia, perché ha come scopo
la rivitalizzazione di ognuno tramite lo scambio cuore a cuore. Tsunesaburo Makiguchi ai tempi pio-
nieristici dell'attività buddista in Giappone faceva anche lunghi viaggi per raggiungere una riunione
con una o due persone, avendo chiara l'importanza di creare profonde relazioni umane per la pace. «Le
riunioni di discussione della SGI sono davvero i luoghi in cui i Bodhisattva della Terra si incontrano
per rafforzare e approfondire il proprio voto per kosen-rufu» (MDG, 2, 316).

Vi possono infine essere persone che hanno dificoltà a partecipare a e riunioni. Uno dei moti-
vi principali è in genere l'orario di lavoro; per questo esistono riunioni in orari alternativi,
per esempio al pomeriggio o a a mattina, che vengono organizzate laddove vi siano persone
che ne hanno necessità, e quindi è utile informarsi presso i referenti di ogni zona. La riunione
di discussione è dunque l'attività principale ne a Soka Gakkai, il fiume cui tutti gli afluenti
contribuiscono, a a quale è fondamentale cercare sempre di partecipare, anche quando il tem-
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ognuno tramite lo scambio cuore a cuore. Tsunesaburo Makiguchi ai tempi pionieristici del-
l'attività buddista in Giappone faceva anche lunghi viaggi per raggiungere una riunione con
una o due persone, avendo chiara l'importanza di creare profonde relazioni umane per la pace.
«Le riunioni di discussione de a SGI sono davvero i luoghi in cui i Bodhisattva de a Terra si
incontrano per ra orzare e approfondire il proprio voto per kosen-rufu»

LA PARABOLA DEI "DUE VASI CINESI....

Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso... all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.

Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.

Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”.

La vecchia sorrise: ” Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.

Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.

Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto. Ma sono la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante. Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c’è di buono in lui....c'è del buono in ognuno di noi, abbiamo dei difetti ovvio, ma chi la vuole la perfezione? diventa noiosa e ci renderebbe tutti uguali e scontati, trasformiamo quelli che chiamiamo difetti in punti di forza, quelle particolarità che ci rendono unici, se continuiamo a sentirci sbagliati potremmo perderci tutti i fiori che potremmo regalare....
(tina)

martedì 26 luglio 2011

La cerimonia nell'aria:chi è raffigurato nel Gohonzon?

Il Daishonin ha modellato il Gohonzon sulla cerimonia nell'aria,così come viene raffigurata nel capitolo "Duarta della vita" del Sutra del Loto.La cerimonia nell'aria rivela che il Budda,gli esseri viventi e la terra sono tutte entità della Legge mistica eterna,che il Daishonin manifestò come Nam myoho renge kyo.
Il Sutra del loto racconta che prima dell'inizio della cerimonia nell'aria appare un'imponente Torre preziosa,al cui interno è seduto Molti Tesori,un Budda del passato.Molti Tesori rappresenta l'universalità della Legge mistica attraverso il tempo.Per poter aprire la Torre preziosa Shakyamuni raduna i budda delle dieci direzioni,che rappresentano l'universalità della Legge mistica attraveso lo spazio.Dopo che la Torre si è aperta,Shakyamuni si siede di fianco a Molti tesori,il quale testimonia la verità dell'insegnamento di Shakyamuni.Quindi questi , fa sollevare nell'aria l'intera assemblea,in modo che tutti i partecipanti si trovino allo stesso livello dei Budda.
Ecco come Nichiren descrive il Gohonzon:"La torre preziosa si libra nell'aria sopra il mondo di saha che il Budda dell'insegnamento originale(identificò come la terra pura ed eterna).Al centro della torre appare Myoho renge kyo con i Budda Shakyamnuni e Molti Tesori seduti a destra e a sinistra,affiancati dai quattro bodhisattva guidati da Pratiche Superiori.
Sotto di loro sono seduti Manjushri,Maitreya e gli altri bodhisattva(le guide dei Bodhisattva della terra). Tutti gli altri bodhisattva maggiori e minori,discepoli del Budda nella sua condizione transitoria o dei budda di altri mondi,sono come comuni cittadini inginocchiati a terra,in presenza di nobili e di altri funzionari di corte.I budda convenuti dagli altri mondi delle dieci direzioni restano tutti a terra,mostrando che sono solo manifestazioni temporanee del Budda eterno e che le loro terre sono transitorie,non eterne e immutabili.
Poichè Nam myoho renge kyo è l'asse centrale della vita e dell'universo,viene raffigurato dalla torre preziosa che si libra al centro della cerimonia nell'aria.Ai due lati vi sono i Budda Shakyamuni e Molti Tesori che rappresentano le funzioni di Myoho renge kyo.Molti Tesori è il Budda del passato che rappresenta la verità eterna.Shakyamuni è il Budda del presente che rappresenta la saggezza capace di percepire la egge.Questi sono i due aspetti di Nam myoho renge kyo e i due Budda seduti insieme rappresentano la fusione di realtà e saggezza....
(tina)

Il mio canto libero è......NAM MYOHO RENGE KYO........

L'IMPERMANENZA.......secondo il Buddismo di Nichiren Daishonin..

«Chi ha ricevuto la vita, non può evitare la morte. Questa è una verità che tutti gli esseri umani conoscono, dall’imperatore fino al più umile cittadino, ma in realtà neanche uno su mille o diecimila prende questa questione seriamente o se ne preoccupa», scrive Nichiren Daishonin nel Gosho Conversazione tra un saggio e un uomo non illuminato (Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 7, pp. 27-28). «Quando improvvisamente ci troviamo di fronte all’impermanenza della vita [possiamo spaventarci al pensiero dell’ignoto e disperarci per la brevità del mondo a noi familiare], ma consideriamo sfortunati coloro che ci hanno preceduto nella morte, e superiori noi che siamo rimasti in vita. Presi da un impegno ieri e da un altro oggi, siamo vincolati senza scampo dai cinque desideri della nostra natura terrena. Inconsapevoli del fatto che il tempo passa veloce come un puledro bianco visto attraverso la fessura di un muro, ignari come una pecora condotta al macello, irrimediabilmente prigionieri del cibo e del vestiario, cadiamo senza accorgercene nella trappola della fama e del guadagno. E alla fine torniamo nella familiare dimora dei tre cattivi sentieri, ripetendo il ciclo delle rinascite nei sei sentieri dell’esistenza. Quale persona di animo sensibile può non rattristarsi per questo stato di cose e non soffrirne?».
Ma cos’è che fa paura giacché «chi ha ricevuto la vita, non può evitare la morte»? Cosa? giacché «Questo nostro corpo comunque diventerà nulla più del terreno delle colline e dei campi; è inutile attaccarsi alla vita perché, per quanto lo desideri, non puoi trattenerla per sempre. Anche una persona che vive a lungo, non vive oltre i cento anni e tutti gli eventi di una vita non sono che il sogno di un breve sonno»?
(Op. cit., vol. 5, p. 180). Cosa? visto che, come dice Shakyamuni nel Sutra del Loto (Esperia, p. 298) «La mia vita dura da un incalcolabile numero di asamkhya di kalpa e durante tutto questo periodo io sono sempre vissuto qui e la mia vita non si è mai estinta»?

Si entra solo con la fede
È che io non ci voglio credere. È che prendo sul serio il problema «del cibo e del vestiario». È che cado e neanche me ne accorgo, «nella trappola della fama e del guadagno». È che, proprio per questo, continuo a tornare «nella familiare dimora dei tre cattivi sentieri», Inferno, Avidità e Animalità, e a dimenticare che tutto origina dalla stessa cosa. Perché, come dice Daisaku Ikeda, «la sofferenza di nascita e morte, la sofferenza dell’impermanenza, è all’origine di tutte le sofferenze umane, di tutti i malesseri della società moderna» (La saggezza del Sutra del Loto, vol. 3, p. 64). È che non riesco a credere che la mia vita sia eterna. Poi penso al sonno e a come il mio “io” si perde. A come a volte nella notte mi sveglio e confusa mi domando chi sono. Non ricordo. Per un attimo non sono più niente. E penso a come questo debba somigliare alla morte. Penso a quante volte ho incontrato una persona con la sensazione di averla già vista, già conosciuta; con la sensazione di riprendere un discorso interrotto; penso a come compio un gesto, faccio una cosa, con la certezza di aver finalmente portato a termine qualcosa. Persino quando inizio a recitare Daimoku o quando mi siedo di fronte












al Gohonzon, ho la sensazione bellissima, avvolgente, di essere già stata lì. Di aver già visto quella pergamena, di aver già pronunciato quel mantra, Nam-myoho-renge-kyo. Ed è proprio lì davanti che tutti i pezzi si ricompongono. Che quei riflessi di eternità che percepisco dentro me assumono un senso più profondo, più “rotondo”. Che non si tratta solo di belle o interessanti parole, ma di una porta che, come dice il Sutra del Loto, si può varcare solo con la fede. Lì davanti percepisco che, come spiega il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, la vita è eterna. È una consapevolezza che mi esplode dentro, mentre recito Nam-myoho-renge-kyo; lo scopo di quel capitolo, spiega Daisaku Ikeda (ibidem, p. 67), «è spiegare che non solo Shakyamuni, ma tutti gli esseri viventi sono Budda dall’infinito passato e far sì che ne prendano coscienza aprendo gli occhi alla grande vita universale. La rivelazione di Nichiren Daishonin di Nam-myoho-renge-kyo, il principio implicito nel Sutra del Loto, lo ha reso possibile. Toda disse: “Lo scopo ultimo di praticare il Buddismo del Daishonin è di risvegliarsi all’eternità della vita, di sperimentare personalmente che la vita è eterna. Allora sperimenteremo l’assoluta felicità, una felicità che dura eternamente e che niente può turbare”. Ciò può essere ottenuto solo con la fede, approfondendo e perfezionando la fede. Toda sosteneva che capire una cosa con l’intelletto è facile, ma afferrarla con la fede è ben diverso. L’eternità della vita si può afferrare solo con la fede».
Solo con la fede. Sento che è in quella lotta quotidiana per realizzare qualcosa, qualunque cosa che lì davanti acquista un valore immenso, che passa questa mia eternità: ecco perché bonno soku bodai, i desideri terreni sono Illuminazione; ecco perché lottare tutti i giorni in questi corpo a corpo con la parte oscura di sé ha così tanto significato.
Solo con la fede. Ripenso al racconto dell’Illuminazione di Toda in carcere. A quando, «improvvisamente, prima che se ne accorgesse, Toda si ritrovò nel mezzo di un’enorme folla, forse simile ai granelli di sabbia di sessantamila fiumi, intenta a venerare il Dai Gohonzon» (La rivoluzione umana, vol. 4, p. 12). Sento che quella cerimonia è la stessa a cui sto assistendo io, qui davanti, mentre recito Nam-myoho-renge-kyo. Ed enorme e potente come una valanga – che il mio pensiero non riesce ad arrestare, nonostante il piccolo “io” che grida, che si dibatte – cresce la gioia, la certezza di comprendere “davvero” quello che avevo letto sull’esperienza di Toda, di condividere quella «gioia che lo faceva sentire quasi in preda al delirio» (ibidem, p. 13). E ora non solo comprendo ma mi sento tutt’uno con quella frase del Sutra del Loto che dice: «Non vi è nascita né morte, non vi è esistenza in questo mondo né estinzione. Non è reale né illusorio, non è così né diverso. Non è così come viene percepito da coloro che vi dimorano» (Esperia, p. 298). E ora, qui davanti, mentre la mia bocca pronuncia Nam-myoho-renge-kyo, e la mia mente è finalmente calma, e il mio corpo è cullato da quel ritmo così forte eppure così semplice, ecco che la sento. Quella scheggia di eternità, quel frammento nascosto eppure pronto a esplodere come un fuoco d’artificio in una notte senza luna. E allora, ecco, adesso lo so: «Non c’è nulla di cui rammaricarsi o di cui temere».














Toda sosteneva che capire una cosa con l’intelletto è facile, ma afferrarla con la fede è ben diverso.




Nel Sutra del Loto vi è una frase che dice: «Non vi è nascita né morte, non vi è esistenza in questo mondo né estinzione. Non è reale né illusorio, non è così né diverso. Non è così come viene percepito da coloro che vi dimorano»




Davanti a queste affermazioni cosa può la mente?

Sempre attraverso il Sutra del Loto, Nam-myoho-renge-kyo ci appare non solo come belle o interessanti parole, ma come una porta che si può varcare solo con la fede.
Varcarla non è facile, tanti si fermano sulla soglia, altri la attraversano piu’ volte continuando a tornare «nella familiare dimora dei tre cattivi sentieri»(Inferno, Avidità e Animalità) alcuni una volta varcata non tornano più indietro…questa è l’illuminazione.


( Tratto da una lettera a "buddismo e società" della SGI)

Il Buddismo.....

In questa foto:

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Il Buddismo è una filosofa che spiega il funzionamento della vita,che insegna a essere felici esprimendo al meglio la propria creatività.Ma poichè la vita è tutt'altro che semplice,gli insegnamenti buddisti che si sono evoluti per oltre duemila anni ne rispecchiano in qualche misura la complessità.Per questo motivo,nei diversi e numerosissimi testi della tradizione buddista sppaiono delle contraddizioni.da qui la confusione che spesso accompagna,in occidente,l'interpretazion​e delle sue dottrine.Integro è rimasto,però,il testo essenziale,il più emozionante,il Sutra del Loto,nel quale Shakyamuni descrive il significato dell'illuminazione.All'ini​zio del suo discorso egli avverte che quanto sta per dire è di estrema difficoltà:"Tra tutti i sutra che ho esposto e predicato,che mi accingonoggi a predicare e che esporrò in futuro,questo Sutra del Loto è il più arduo da credere e da capire".
Dobbiamo riconoscere che le difficoltà poste da molti insegnamenti buddisti,e fra questi,in particolaere,dal Sutra del Loto,hanno fatto sì che essi non siano stati compresi,oppure che siano stati intesi in modo distorto o parziale,esclusivamente dal punto di vista razionale-intellettuale o teorico-dottrinale.
(tratto da LA LEGGE MERAVIGLIOSA,INTRODUZIONE AL BUDDISMO DI NICHIREN DAISHONIN, edito Esperia)
tina....

Nam-myoho-renge-kyo......

La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo è la pratica buddista istituita dal Daishonin per condurre tutte le persone all'Illuminazione.

Dopo aver approfondito le diverse scuole buddiste dell'epoca alla luce della verità alla quale egli stesso si era risvegliato, Nichiren giunse alla conclusione che l'unico insegnamento in grado di far ottenere la Buddità alle persone comuni nell'Ultimo giorno della Legge era contenuto nel Sutra del Loto.

Il 28 aprile del 1253 proclamò per la prima volta la grande Legge di Nam-Myoho-renge-kyo di fronte a una piccola folla di persone riunite al tempio Seicho-ji. Da quel giorno la sua vita fu una lotta impavida per propagarne i sette caratteri, attraverso un succedersi ininterrotto di difficoltà e persecuzioni.

Ne Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, inviato due anni dopo a un suo discepolo, Nichiren Daishonin scrive: «Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dal tempo senza inizio e ottenere sicuramente la suprema Illuminazione in questa esistenza, devi cogliere la mistica verità che è originariamente inerente a tutti gli esseri viventi. Questa verità è Myoho-renge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di cogliere questa mistica verità innata in tutti gli esseri viventi» (RSND, 1, 3; cfr. SND, 4, 3).
"Liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte sopportate dal tempo senza inizio" è la questione centrale dell'esistenza umana e lo scopo originario di ogni religione. L'insegnamento istituito dal Daishonin si distacca da quelli precedenti perché rivela all'interno della vita dell'individuo l'illimitato potere per risolvere tutte le sofferenze al livello fondamentale.


Il nome della Legge

Il primo passo compiuto dal Daishonin per aprire questo grande sentiero dell'Illuminazione fu di "chiamare per nome" la Legge mistica. Per far sì che le persone potessero percepire e concretizzare nella propria vita la «mistica verità innata in tutti gli esseri viventi», Nichiren le diede il nome di Myoho-renge-kyo.

Myoho-renge-kyo è il titolo in cinese del Sutra del Loto, ma il Daishonin fu il primo a identificarlo come l'essenza del sutra stesso, il nome del "vero aspetto di tutti i fenomeni" al quale il Budda si era illuminato. «Myo è il nome dato alla misteriosa natura della vita e ho quello attribuito alle sue manifestazioni. Renge, che significa fiore di loto, simboleggia la meraviglia e il mistero di questa Legge» (Ibidem, 4). Comprendere che la nostra vita, in ogni istante, è myo, continua Nichiren, «è il mistico kyo, o sutra».
Il passo successivo fu di istituire la pratica del Daimoku (che significa recitare il titolo o essenza di un sutra) facendo precedere alla verità universale di Myoho-renge-kyo la parola nam (una variante fonetica di namu), che significa "dedicare la propria vita a". Secondo il Daishonin, recitare ad alta voce Nam-myoho-renge-kyo rappresenta dunque la determinazione e il voto di dedicare la propria vita alla verità della Legge fondamentale di Myoho-renge-kyo, cioè di vivere basandosi su di essa.


La natura di Budda dell'universo

Spiega Nichiren Daishonin: «Quando veneriamo Myoho-renge-kyo che è nella nostra vita come oggetto di culto, la natura di Budda che è in noi viene richiamata dalla nostra recitazione di Nam-myoho-renge-kyo e si manifesta. Questo si intende per "Budda". Per fare un esempio, quando un uccello in gabbia canta, gli uccelli che volano liberi nel cielo sono richiamati e si radunano intorno a lui. E quando gli uccelli che volano nel cielo si radunano, l'uccello in gabbia cerca di uscir fuori» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via..., RSND, 1, 789; cfr. SND, 8, 34).
Quando la nostra voce recita Nam-myoho-renge-kyo collega la nostra vita con la Legge mistica che pervade tutti i fenomeni dei tremila regni, e ha il potere di richiamare la natura di Budda presente in tutti gli esseri viventi. «Perciò - scrive Nichiren - quando recitiamo una volta Myoho-renge-kyo, con questo singolo suono richiamiamo e manifestiamo la natura di Budda [...] di tutte le esistenze, [...] di tutte le divinità [...] il sole, la luna e le miriadi di stelle, [...] di tutti gli abitanti dell'inferno, degli spiriti affamati, animali, asura, esseri umani e celesti e di tutti gli altri esseri viventi. Questo è un beneficio immenso, incalcolabile» (Ibidem).


Illusione e Illuminazione

La pratica istituita dal Daishonin non contempla il culto di una divinità esterna all'essere umano, ma fornisce il mezzo concreto per mettere in grado ogni persona di manifestare la propria natura illuminata così com'è, nell'esistenza presente.

Non si tratta quindi di raggiungere l'Illuminazione in un lontano futuro, ma di intraprendere una lotta interiore costante, attimo dopo attimo, fra le due alternative di rivelare la nostra innata natura illuminata oppure farsi dominare dall'oscurità fondamentale e dall'illusione: «Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall'oscurità innata è come uno specchio appannato che però, una volta lucidato, sicuramente diverrà chiaro e rifletterà la natura essenziale di tutti i fenomeni e il vero aspetto della realtà. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4; cfr. SND, 4, 5).

Questo sforzo costante di perfezionare la nostra vita costituisce il nucleo essenziale della pratica buddista insegnata dal Daishonin.

Per spiegare questo punto il presidente Ikeda distingue due differenti aspetti del Daimoku: il Daimoku della fede e il Daimoku della pratica. «Il primo riguarda l'aspetto spirituale della nostra pratica e consiste essenzialmente nella battaglia che ha luogo nel nostro cuore per contrastare la nostra condizione interiore illusa, od oscurità. È una lotta contro le forze negative e distruttive interiori per aprire un varco nell'oscurità che avvolge la natura di Budda e far emergere la condizione vitale di Buddità grazie al potere della fede.
Il Daimoku della pratica riguarda invece l'azione specifica di recitare Nam-myoho-renge-kyo e di insegnarlo agli altri, gli sforzi che compiamo, con le parole e con le azioni, per la nostra felicità e per quella degli altri, che sono la dimostrazione tangibile della nostra battaglia interiore contro l'illusione e la negatività interne» (Buddismo e società, n. 119, p. 15).


Non cercare mai la Legge al di fuori di te

Infine, l'avvertimento più importante del Daishonin rispetto all'ottenimento dell'Illuminazione mediante la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo riguarda il fatto che non dobbiamo mai considerare la Legge come qualcosa di esterno a noi perché, in tal caso, regrediremmo a quella divisione fra Budda e persone comuni che si trova negli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto.

«Tuttavia, se reciti e credi in Myoho-renge-kyo ma pensi che la Legge sia al di fuori di te stai abbracciando non la Legge mistica ma un insegnamento inferiore» ammonisce il Daishonin (RSND, 1, 3; cfr. SND, 4, 4). "Insegnamenti inferiori" sono quelli che non conducono all'Illuminazione, neanche praticando vita dopo vita per l'eternità. Raggiungere la Buddità in questa esistenza sarebbe dunque impossibile: «Perciò, quando invochi myoho e reciti renge devi sforzarti di credere profondamente che Myoho-renge-kyo è la tua vita stessa» (Ibidem).

Ricercare la Legge mistica al di fuori di noi equivale a evadere dalla responsabilità della nostra vita.

Per esempio, se recitiamo Daimoku ma ci lamentiamo o accusiamo sempre gli altri o il nostro ambiente per ciò che ci accade, stiamo evitando la sfida di affrontare la nostra oscurità interiore, e così facendo ricerchiamo l'Illuminazione al di fuori di noi.

Il Daishonin spiega che non possiamo raggiungere l'Illuminazione senza un cambiamento nella nostra vita, al livello del nostro cuore o mente.

Per quanto difficile possa apparire la circostanza che ci troviamo ad affrontare, essa non è che un riflesso della nostra vita interiore. Solo cambiando noi stessi a un livello più profondo possiamo iniziare a migliorare la nostra situazione.

Josei Toda soleva dire: «Dovete essere pienamente convinti che Nam-myoho-renge-kyo è la vostra vita stessa!»; e poi: «Propagare la Legge mistica nell'Ultimo giorno significa credere fermamente che la vostra vita non è altro che Nam-myoyho-renge-kyo!».

Ognuno ha dentro di sé il potere di cambiare, e quando comprendiamo questa verità possiamo fare emergere tale potere in qualunque luogo, momento o situazione. Qualsiasi ostacolo incontriamo nel corso della nostra pratica non dovremmo mai arretrare di un solo passo, non dovremmo esserne spaventati o sorpresi. È importante coltivare nel cuore una profonda fiducia nel fatto che il potere della Legge mistica, Myoho-renge-kyo, può trionfare su tutto.

(buddismo e società n.135 Lug/ago)

tina

Trasformare il veleno in medicina.....

La fede per raggiungere la Buddità in questa esistenza....

Naturalmente il Gohonzon è di per sè smisuratamente grande.Negli scritti in sei volumi Nichikan Shonin afferma:

"anche chi non ha ancora risvegliato una vera fede riceverà immensi benefici grazie al legame stabilito con corretto oggetto di culto,cioè il GOHONZON.La SOKA GAKKAI,che ha ricevuto la vera eredità della fede,si dedica a far conoscere ampiamente questo infinito e illuminato potere del Gohonzon a innumwerevoli altre persone.La fede che si pratica nella Soka Gakkai richiede uno sforzo attivo per manifestare la Legge mistica nella propria vita e produce anche una chiara prova concreta sotto forma di benefici.Quando avanziamo insieme alla Soka Gakkai tendiamo a interiorizzare in modo naturale la pratica della fede insegnata da Nichiren Daishonin.

Perciò coloro che recitano sinceramente Nam myoho renge kyo davanti al Gohonzon e partecipano assiduamente alle attività della Soka Gakkai non possono mancare di diventare Budda.Lo scopo della fede è realizzare liberamente il proprio pieno potenziale e brillare ciascuno nella sua propria e unica maniera.

(tratto da Materiale di studio esame di primo livello,pag 83/84 edito Esperia)


tina

DIECI MONDI,DIECI FATTORI,DIECI DIREZIONI....

I fattori comuni a tutti i fenomeni in ognuno dei dieci mondi.Sono:aspetto,natura,entità,potere,azione,causa interna,relazione,effetto latente,retribuzione e loro coerenza dall'inizio alla fine....

Dieci regni distinti o categorie di esseri.al più basso al più elevato sono i regni di inferno;spiriti affamati;animalità;asura(collera);umanita;essseri celesti;ascoltatori della voce;risvegliati all'origine dipendente;bhodisattva;Buddità.I dieci mondi sono interpretati come stati vitali.

L'intero universo,tutto lo spazio fisico;sono le otto direzioni della bussola più l'alto e il basso.

(tina)

lunedì 25 luglio 2011

ITAI DOSHIN....

«In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di "diversi corpi, stessa mente", senza alcuna distinzione fra di loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi. Ma se qualcuno dei discepoli di Nichiren distrugge l’unità di "diversi corpi, stessa mente" sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno».
I primi due punti riguardano la fede della singola persona, mentre quest’ultimo coinvolge l’intera comunità dei credenti che aspira alla realizzazione di kosen rufu: per ereditare la Legge fondamentale di vita e morte è necessario costruire e modellare la propria fede all’interno della comunità buddista, realizzando un sangha armonioso attraverso l’unità di itai-doshin.
Senza questa condizione non è possibile propagare ampiamente Myoho-renge-kyo, la Legge che permette l’ottenimento della Buddità.
A cosa si riferisce Nichiren quando dice «senza distinzione fra di loro»? Ci sta ammonendo a non avere un atteggiamento egocentrico e antagonista nei confronti degli altri.
Fare distinzioni fra se stessi e gli altri costruisce e alimenta un cuore discriminatorio, che crea la separazione e la rottura. Gli effetti di tale atteggiamento interiore portano a chiudersi e a sentirsi in competizione con gli altri. O a preoccuparsi solo del proprio tornaconto personale, ad autocompiacersi escludendo tutti coloro verso cui non si prova simpatia. Anche le distinzioni operate da Nikken fra il clero e i laici rientrano in tale atteggiamento.
Un ichinen caratterizzato da un tale ego crudele non può ereditare la trasmissione del Budda. Perciò il requisito per costruire l’unità di itai-doshin è "gettare via" questo cuore egocentrico e arrogante.
L’espressione «come i pesci e l’acqua» si riferisce a un’intima difficoltà di separarsi. I pesci non potrebbero vivere senza il sostegno dell’acqua, è impossibile per loro interrompere questa relazione, altrimenti morirebbero. Allo stesso modo noi compagni di fede dovremmo sentire la necessità vitale di rispettarci a vicenda, proteggerci l’un l’altro e provare reciproca gratitudine.
Cosa significa avere «lo spirito di itai-doshin (diversi corpi, stessa mente)»?
Itai, diversi corpi, vuole indicare il fatto che per quanto riguarda la fisionomia, il carattere, l’intelligenza, gli interessi, ognuno ha la propria individualità, le proprie peculiarità, una posizione sociale o una storia diversa.
La stessa mente, doshin, significa avere lo stesso obiettivo, gli stessi valori, lo stesso intento, lo stesso cuore/mente.
Il concetto di itai-doshin illustra come numerose persone, con caratteristiche e peculiarità proprie, quando agiscono con lo stesso cuore sprigionano una forza così grande che da soli non potrebbero tirare fuori.
Nel Gosho Itai doshin Nichiren scrive: «Cento o mille persone possono senza dubbio realizzare il loro scopo se hanno lo stesso spirito» (SND, 4, 268). Quando le persone si riuniscono con l’intento di realizzare lo stesso obiettivo, la cosa più importante è l’unità di itai-doshin.
Attraverso lo spirito di itai-doshin il singolo riesce ad armonizzarsi perfettamente con l’insieme delle altre persone. In ambito buddista, la peculiarità del principio di itai-doshin è quella di far sgorgare in maniera copiosa l’individualità e le capacità di coloro che hanno fede nel Gohonzon e serbano in cuore il desiderio di salvare tutta l’umanità attraverso la realizzazione di kosen-rufu.
In altri termini, mantenendo la stessa mente i diversi corpi hanno la stessa importanza. Se invece non si accettano le differenze dei singoli e si forza ad avere lo stesso corpo, si finisce col cadere nel totalitarismo.
LA MENTE DI NICHIRENIl legame che lega i diversi corpi è la stessa mente, la stessa mente che crede nel Gohonzon. Nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni il Daishonin dice a Sairen-bo: «Se hai la stessa mente di Nichiren…»; "stessa mente" indica la mente del Budda, avere la "stessa mente" significa fare del grande obiettivo di kosen-rufu la propria missione.
Per realizzare doshin non bisogna pensarla allo stesso modo o desiderare le stesse cose, ma condividere lo stesso voto del Budda. Serbare in cuore il voto del Budda permette di costruire la stessa mente.
Ma senza cambiare la propria condizione vitale non si può lavorare per creare questo tipo di unità: mettersi d’accordo può porre fine a un litigio, ma non crea l’unità di itai-doshin.
Cercando invece di sviluppare la stessa condizione vitale rispetto a un obiettivo, come la realizzazione del voto di Nichiren, riusciamo ad avere la stessa mente. Solo quando condividiamo lo stesso cuore, lo stesso obiettivo del maestro, creando con lui una relazione diretta, possiamo realizzare itai-doshin e costruire dei legami che vanno al di là dello spirito di compagnia, realizzando dei castelli di persone di valore, dei castelli di felicità.
«In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren»: questa frase significa che il motivo fondamentale della propagazione della Legge mistica è il desiderio di realizzare delle relazioni meravigliose, una straordinaria solidarietà tra le persone a un livello profondo della vita.
Con il costante ampliamento di questo tipo di relazioni in itai-doshin, afferma Nichiren, «il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi» senza alcun dubbio.
Itai-doshin
crea la forza dinamica che permette di realizzare kosen rufu.
Al contrario, l’espressione "una mente diversa" si riferisce a coloro che commettono la grave offesa di rompere l’armonia fra i credenti. E ciò equivale a offendere Myoho-renge-kyo. Per questa ragione Nichiren Daishonin ammonisce: «Sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno».
L’espressione itai-ishin (diversi corpi, diverse menti) descrive la disunità, una condizione in cui le persone non solo sono differenti nella fisionomia e nel carattere, ma hanno anche cuori divergenti e ognuno agisce in base al proprio egoismo.
Costoro, afferma Nichiren, sono come i soldati ai quali è stata affidata la protezione del castello ma che invece aprono le porte ai nemici, distruggendolo così dall’interno. Ed esprime lo stesso concetto quando scrive che il leone viene ucciso dai vermi all’interno delle sue viscere, e non da un nemico esterno.
Avere una "mente diversa" descrive essenzialmente il tradimento nei confronti dell’intento di Nichiren Daishonin.
Ciò avviene a causa dell’arroganza, dell’egocentrismo, dell’illusione, degli attaccamenti… Quando si persegue solo il proprio guadagno personale, o ci si basa sull’emotività o si viene consumati dall’arroganza, si cade preda della lamentela, dell’insoddisfazione, dell’odio e della gelosia. In questo modo si diventa nemici della fede pura, si diventa come chi distrugge il castello dal proprio interno.
Per noi membri della Soka Gakkai è fondamentale unire il nostro cuore con quello dei tre presidenti Makiguchi, Toda e Ikeda, che rappresentano l’esempio dello spirito del Daishonin e hanno costruito l’unità all’interno della nostra organizzazione, che è la comunità armoniosa dei praticanti buddisti. I tre presidenti hanno lo stesso cuore di Nichiren Daishonin e creano di conseguenza un vero sangha. Qui si trova la sorgente di tutte le nostre vittorie – un punto che vorrei che ognuno di voi incidesse nella sua vita.
L’espressione "diversi corpi, diverse menti" indica invece coloro che perdono di vista il cuore e l’intento del maestro e finiscono col seguire solo il loro punto di vista, oppure rimangono intrappolati nei propri desideri e nella propria emotività. Nonostante venga data loro la fiducia per proteggere il castello, lo distruggono dall’interno e permettono al nemico di infiltrarsi.

Sensei Ikeda che dialoga con la natura...

I MOTIVI PER CUI PRATICARE IL BUDDISMO...

Dal punto di vista della fisica



Il premio nobel giapponese prof. Tonegawa parlando del cuore umano si è chiesto: “In quale parte del nostro corpo lavora il cuore?” Detto così, viene spontaneo mettere la mano sul petto. E invece dovremmo metterla sul nostro cervello. Fino ad ora il cuore umano è stato trattato nel campo della filosofia. Dunque, più la scienza è progredita, più è emerso che il nostro cuore funziona nel nostro cervello. Il prof. ha spiegato questo concetto attraverso l’esempio di un neonato. Supponiamo che la sua famiglia sia composta di un giapponese, un americano, un cinese, un francese, un tedesco ed un coreano. Ogni giorno sente parlare in sei lingue differenti. Quale lingua parlerà da grande? La risposta è: Parlerà tutte e sei le lingue. Ci sono già stati degli esperimenti di questo genere. Ciò significa che un neonato umano possiede un cervello straordinario. Come può essere possibile? Il sig. Tonegawa dice, che ciò dipende dal fatto che l’attività cerebrale di un neonato è diversa da quella di un adulto. Qual è la differenza? Sembra che le onde cerebrali siano diverse.



Come sapete, il nostro corpo è composto da cellule, e più precisamente da circa 70 bilioni di cellule. Tutte le parti del corpo – dai capelli fino alle unghie dei piedi – sono composte da queste cellule, che a loro volta sono costituite da molecole. Le molecole sono composte da atomi e gli atomi sono costituite da particelle elementari. Queste sono composte da quanti. La scienza moderna è arrivata fino a questo punto.

Come sono questi quanti? Oscillano come delle onde. OSCILLANO. Il nostro corpo è dunque composto da oscillazioni.

In teoria la tesi delle oscillazioni era già stata dimostrata, ma non si sapeva come misurarle. Lo scienziato americano Wanestock ha creato uno speciale apparecchio, che ora si usa anche nel campo della medicina. Attraverso questo strumento si è potuto dimostrare che siamo costituiti di oscillazioni. Tutte le cose – sia animali che piante - emettono onde, emettono la loro frequenza. Di tutte le frequenze emesse dagli esseri umani, quelle del cervello sono le più intense/forti.



Anche l’Universo oscilla. Le onde provenienti dall’universo sono le oscillazioni più ordinate/regolari. Sembra che si trovino esattamente fra l’onda α e quella θ. Per parlare in termini di stato vitale degli esseri umani, le onde θ corrispondono ad uno stato molto piacevole, come uno sonnellino. Lo stato delle onde α è uno stato meraviglioso, come se vincessimo tutte le lotterie – uno stato di perfetta forma. Dato che la frequenza dell’Universo sta esattamente al centro delle due frequenze, essa corrisponde allo stato che sta fra il piacevole pisolino delle onde θ e lo stato di estasi delle onde α. Misurando questo stato con l’apparecchio sopra menzionato, si ottiene la frequenza di 7,5 HZ = questa è la frequenza dell’universo. Per questo motivo la frequenza di 7,5 HZ è lo stato migliore per gli esseri umani.

Ma può esistere una persona di questo tipo? Sì, il neonato si trova in questo stato di totale corrispondenza con le oscillazioni dell’universo. Questo è lo stato favorevole, in cui il cervello assimila tutto in maniera purissima. Il neonato non è permaloso, naturalmente piange quando ha fame, ma questo è un’altra cosa. La sua frequenza è costantemente di 7,5 HZ. Ha occhi belli, pelle luminosa e cresce velocemente. La sua esistenza stessa si trova nel miglior stato possibile – quello delle oscillazioni dell’universo. Per questo motivo il neonato assimila tutto in breve tempo, anche quando cresce con sei lingue diverse.



Possiamo noi adulti - che nutriamo rancore verso gli altri, che ci lamentiamo di tante cose e che soffriamo, proviamo ira e possiamo tradire – raggiungere uno stato così sereno ed ideale come il neonato – lo stato dell’universo con la frequenza di 7,5 HZ? Sembra essere molto difficile. Ma il prof. Tonegawa sostiene, che anche gli adulti ci possono riuscire.



Lui sostiene che bisogna consapevolmente adottare due metodi:

1. Dovremmo sforzarci di ricordare sempre eventi gioiosi e felici del passato. In questo modo attireremo ulteriori eventi gioiosi e positivi. Osservando il nostro passato ci accorgeremo che abbiamo comunque vissuto abbastanza bene. Chi cerca di pensare a momenti felici, si avvicina allo stato di 7,5 HZ .Supponiamo che nel nostro vicinato si trovi una coppia anziana, che odiamo. Forse non è un esempio molto gentile, ma è soltanto un esempio. Supponiamo che i due ci critichino e infastidiscano continuamente. Se pensiamo: “Forse mi sono potuto sviluppare umanamente grazie alle loro critiche. In realtà ne ho avuto un vero vantaggio.”, ci stiamo muovendo verso il mondo della frequenza del 7,5 HZ. Se invece pensiamo: “Speriamo che muoiano presto” ci allontaniamo da questo stato. Conviene indirizzare ogni singolo evento sempre in una direzione migliore, più gioiosa. Questo atteggiamento è essenziale.



2.Il secondo metodo: Dovremmo avere le idee chiare rispetto al nostro futuro. Dovremmo immaginarci il nostro futuro in maniera chiara e concreta. In questo modo diamo al nostro cervello l’ordine che sarà così. In questa maniera anche le celebri gemelle giapponesi Kin e Gin (oro e argento) all’età di 30 anni decisero di vivere fino a 100 anni. Anche quando si ammalavano, non dubitavano del fatto di poter vivere a lungo e questo atteggiamento ha avuto il suo effetto nel loro cervello. Di fatto sono vissute più di 100 anni felicemente. Non fa bene pensare che prima o poi tutti dobbiamo morire – così si muore presto. Se vi ammalate e pensate che prima o poi guarirete, rimarrete ammalati a lungo. Dovreste decidere concretamente entro quanti giorni volete essere guariti.

Fino a quel giorno dovreste immaginare di essere già guariti. Dovreste realizzare che ancora la guarigione non si è manifestata nel vostro cervello. Per esempio cominciate ad immaginate che gli altri vi facciano i complimenti per la guarigione o che riceverete tanti bei fiori quando lascerete l’ospedale. In questo modo il vostro desiderio si realizzerà molto più facilmente. Molte ditte, che vendono benissimo i loro prodotti, usano questo metodo e creano prima l’immagine del successo. Le ditte in cui i responsabili dei vari reparti danno ordini e basta sono spesso fallite. Nelle buone aziende i responsabili dei vari reparti si incontrano e discutono in maniera vivace e gioiosa liberamente il futuro della loro ditta, sviluppando così buone idee riguardo ai nuovi prodotti. Entrano tutti insieme nel mondo di 7,5 HZ. Qualcuno riassumerà le nuove idee e creerà un’immagine dei prodotti del futuro, sviluppando così il nuovo prodotto in maniera chiara e concreta. Il prodotto che nasce in questo modo diventerà un trend del momento. L’immaginazione del futuro è dunque molto importante.

Qui di seguito vi racconto alcuni esempi di imprese giapponesi molto conosciute:

(I fondatori di queste imprese sono membri della Soka Gakkai)



C’era una volta un imbianchino della prefettura di Kanagawa. Non è molto educato dirlo, ma non era altro che un semplice imbianchino, ma decise di diventare il migliore ed il più grande imbianchino di tutto il Giappone in 20 anni. Da questa decisione nacque la famosa ditta “Painthouse”.



Un altro uomo vendeva Yakitori (carne di pollo arrosto) da solo. Anche questo avvenne 20 anni fa. Decise di far diventare il suo chiosco il più grande punto vendita di Yakitori di tutto il mondo. Nacque il negozio “Yoro-no-taki”. Ora esistono diecimila “Yoro-no-taki” in tutto il mondo. In solo 20 anni!



Negli anni 50 ci fu un uomo che vendeva una zuppa di pasta giapponese nella sua bancarella a Kyoto. Studiò senza sosta il buon sapore della sua zuppa. Ogni giorno cambiava la miscela della zuppa usando nuove spezie. Chiedeva agli studenti che mangiavano da lui la loro opinione e osservava la loro reazione per trovare il sapore migliore e più gradito dai clienti. Inventò poi una zuppa che non era solo gustosissima, ma anche ottima per la salute. Dal giorno in cui aprì il primo negozio il numero di negozi aumentò velocemente nel Kansai (nella zona di Osaka) e nel Kanto (nella zona di Tokio). Faceva una zuppa inconfondibile e unica! Aveva deciso di cucinare la zuppa migliore del Giappone mettendosi questo obiettivo per il 21. secolo. In 20 anni la sua zuppa divenne famosa in tutto il Giappone e amata da tutti.



Queste persone ci misero solo 20 anni. C’è una grande differenza fra vivere con un obiettivo ed un’immagine chiara del futuro o vivere senza alcuna idea. L’entità di questa differenza si manifesterà chiaramente fra venti anni. C’è una differenza enorme fra coloro che hanno vissuto con un’idea precisa del loro futuro come per esempio quanto si vuole vivere (come le gemelle Kin e Gin) e coloro che non lo hanno fatto.



Concludendo il prof Tonegawa sostiene che per entrare nel mondo dei 7,5 HZ si devono applicare questi due metodi: 1. Ricordarsi eventi piacevoli e 2. Immaginare il futuro desiderato. Questo atteggiamento è come praticare una fede, perché si tratta di guardare il proprio cuore per dipingervi il disegno del proprio futuro.



Però una tale fede sarebbe inutile se si pregasse un Dio per ottenere aiuto, perchè questo non ha niente a che fare con la frequenza di 7,5 HZ. Il professor Tonegawa dice che l’atteggiamento migliore nella fede è riflettere per ricordare eventi felici e gioiosi e immaginare concretamente un futuro desiderabile. I membri della Soka Gakai praticano una tale fede. Quotidianamente praticano davanti al loro oggetto di culto, il Gohonzon. Il Gohonzon non è per loro un dio o Budda da adorare. Si tratta di loro stessi. La preghiera dei membri della Soka Gakkai significa osservare la propria mente. In questo punto la Soka Gakkai si distingue molto da altre comunità religiose. Alcune sostengono cose strane come: “ Se preghi con piena concentrazione, i caratteri inizieranno a muoversi” oppure “ potrai udire la voce del Budda” ecc. Queste affermazioni vanno contro il buon senso e la scienza. Non saranno stati i caratteri a muoversi, ma piuttosto gli occhi dei fedeli. Nessuna statua di Budda di legno o metallo inizia a parlare. Se qualcuno ha udito una voce, l’avrà immaginato. Infine conta solo come si fa lavorare il proprio cervello – come lo si sintonizza con la frequenza dell’universo.



Non serve a niente praticare religioni occulte, ove si muovono caratteri o le statue di Budda parlano. Non serve nemmeno cambiare l’aspetto del proprio corpo attraverso metodi superstiziosi per superare il Karma negativo e per diventare felici. Ciò che serve per diventare felici è preoccuparsi attivamente e concretamente di muovere le onde cerebrali verso lo stato ottimale. I membri della Soka Gakkai fanno questo tutti giorni. La pratica della loro fede corrisponde al pensiero del professor Tonegawa. I suoi pensieri si basano sul punto di vista di uno scienziato, di un fisico.

Ora vorrei esporre come il CUORE viene visto dal punto di vista della psicologia.



Dal punto di vista della psicologia



La psicologia è la scienza che studia la profondità del cuore umano. Discerne fra il piano della coscienza e quello dell’inconscio. La psicologia studia il mondo dell’inconscio. Anche la religione studia questo campo perché si occupa della profondità del cuore. Sulla psicologia si tengono anche discorsi nelle università. Le religioni non sono ben viste nella società perché ce ne sono troppe e molte di esse sono dubbiose e disoneste. Perciò conviene abbracciare religioni che vengono riconosciute sia dalla scienza che dalla psicologia. In tutto il mondo c’è un’unica religione che viene riconosciuta pubblicamente dalla psicologia moderna: La Soka Gakkai. Ora spiegherò perché.



“La società di psicologia degli Stati Uniti” è una comunità scientifica che gode di grande prestigio e autorevolezza in tutto il mondo. E’ composta da selezionati Premio Nobel, professori universitari e psicologi. E’ la prima associazione scientifica nel mondo, i cui membri sono soltanto 300 dei migliori studiosi. In occasione dell’assemblea generale a San Francisco (12 agosto 1996) il presidente della comunità dott. Seligmann spiegò: “Il 21. secolo è l’epoca del cuore. Il cuore è l’oggetto, che viene trattato dalla religione come da noi, ma c’è un’unica comunità religiosa, che tratta il cuore con lo stesso atteggiamento come lo facciamo noi. E noi vorremmo collaborare con questa comunità. La sua sede è in Giappone e si chiama Soka Gakkai. Perciò vogliamo fare del 21esimo secolo un’epoca in cui la Soka Gakkai e noi, la società di psicologia di tutta l’USA, diventiamo un’unica cosa, quindi il secolo dell’unione delle due realtà.”

Dopodichè nell’anno seguente venne tenuta l’assemblea generale a Chicago, alla quale vennero invitati alcuni professori dell’Università Soka. Insieme si iniziò a studiare il Gohonzon, l’oggetto della fede della Soka Gakkai. Quindi “The Association of Psychologie of all United States” e la Soka Gakkai stanno esaminando insieme il Gohonzon. Ci sono dei buoni motivi per cui questa associazione riconosce soltanto la Soka Gakkai.



Sia la psicologia che la religione studiano il cuore, ma il pensiero di base non è lo stesso. La psicologia, che si occupa della profondità del cuore umano, parte dalla convinzione che gli uomini siano originariamente forti, molto forti. Anche il fisico professor Tonegawa condivide questa opinione, perché parte dal presupposto che gli esseri umani hanno la frequenza di 7,5 HZ e possono quindi ottenere lo stato vitale più alto. Le persone hanno forze e capacità straordinarie, ma per vari motivi queste difficilmente emergono. Quando si eliminano le cause di questi impedimenti, si può raggiungere lo stato più alto – la vibrazione di 7,5 HZ. Il metodo è: ricordi felici e proiezioni future felici.



Il punto di vista della religione invece è diverso. Ci sono varie religioni come il cristianesimo, l’islam ecc. Hanno un’idea molto chiara rispetto agli esseri umani. Insegnano infatti che gli uomini sono deboli, esseri minuscoli e impotenti. Per questo motivo la loro mancanza di forza necessiterebbe di un’esistenza potente. Il dio è considerato l’entità grandiosa e assoluta. Così l’oggetto di culto di quasi tutte le religioni - a parte quello della Soka Gakkai – è al di fuori dell’essere umano. Sia nel cristianesimo che nell’islam dio è l’oggetto di culto. Dio è perfetto. Gli uomini si possono avvicinare a dio, ma non possono diventare dio essi stessi. Gli uomini possono pregare per la sua misericordia, sperare nella redenzione e nel conforto.

Anche nel buddismo spesso si trova lo stesso atteggiamento. Il Budda di Nara in Giappone è la statua di budda più grande del mondo – si tratta di Shakyamuni Budda. Più ci si avvicina alla statua più essa diventa colossale e grande, come se ci volesse dimostrare: Gli uomini sono piccoli, il budda è grande. Sembra così immenso e solenne per farci sentire che possiamo chiedergli aiuto. L’oggetto di culto delle scuole Nembutsu, Jodo e vera Jodo è il budda Amida. E’ un budda strano, non vive in questo mondo, ma nella pura terra di occidente al di fuori della nostra terra. I preti della scuola Nembutsu Shinran e Honen dicono che noi uomini possiamo essere felici solo quando rinasciamo nella terra in cui vive il budda Amida. La terra sulla quale viviamo ora sarebbe impura, perciò non servirebbe a nulla sforzarsi. Consigliano di recitare Nam-Amida-Butsu per rinascere nel paradiso della pura terra Jodo. Il budda Amida viaggia sulle nuvole. Ragioniamo un po’: Le nuvole sono composte di vapore acqueo, quindi questa storia è ovviamente inventata. Non esistono prove riguardo all’esistenza del paradiso della pura terra. Nessuno ha mai incontrato il budda Amida. Anche la scuola del buddismo Shingon è una religione strana. Il loro oggetto di culto è il budda Dainichi. E’ forte perché è trasparente. Si dice che questo Budda protegga le persone quando guidano la macchina. Si pensa che questo budda mostri la sua forza soprattutto quando le persone si muovono attraverso il tempo e lo spazio. Il monte Narita nella prefettura di Chiba è la Mecca della scuola Shingon. Per questo motivo in molte auto del Giappone c’è l’amuleto del monte Narita come protezione contro gli incidenti d’auto. Ma la statistica mostra che la maggior parte degli incidenti d’auto succede proprio nella prefettura di Chiba, nonostante, grazie alla protezione del budda, dovrebbero accadere meno incidenti in quella zona. Questa è veramente una strana storia. La seconda città riguardo alla statistica degli incidenti stradali è Kawasaki nella prefettura di Kanagawa, lì si trova il tempio della scuola Shingon “Kawasaki-Taishi” (grande sacerdote).



La fede della comunità religiosa della Soka Gakkai è molto diversa. Non si cerca l’oggetto di culto al esterno di se stessi. L’obiettivo della pratica sta unicamente nell’osservazione e fortificazione di se stessi. Ci si sforza ad aprire il proprio potenziale. Si cerca di estrarre la forza del Budda e delle funzioni protettive da dentro se stessi. Su questo punto la Soka Gakkai concorda totalmente con la “società di psicologia degli Stati Uniti”.

L’insegnamento della psicologia è chiaro e facilmente comprensibile. Secondo la psicologia si può paragonare il cuore con una casa, che ha sei piani sopra la terra e tre piani sotterranei, quindi nove piani in totale. I sei piani sopra la terra fanno parte degli strati del conscio ed i tre sotterranei del inconscio. Il mondo invisibile dell’inconscio gioca un ruolo determinante nella nostra vita. Dato che la nostra fortuna o sfortuna vengono determinate da come sono costruite questi strati nella profondità della nostra vita, sia la psicologia che la religione si occupano di questi strati dell’inconscio. La psicologia ha già spiegato molto precisamente questa parte del nostro cuore. Nonostante noi parliamo sempre di cuore, in realtà si tratta del funzionamento del nostro cervello, come spiega il professor Tonegawa. Gli stati del cuore sui quali la psicologia ha messo luce sono i seguenti:



Il primo piano sotterraneo è la zona più vicina agli strati del Conscio. Nella psicologia questa parte del cuore viene chiamata inconscio “individuale”. Il secondo piano sotterraneo ha la stanza più grande è viene chiamato inconscio “collettivo”. Il terzo piano sotterraneo è più lontano dal conscio, cioè sul fondo degli strati inconsci. Nella psicologia si parla “del Se; chi ha studiato psicologia conoscerà questi termini benissimo.



L’inconscio individuale delinea le particolari caratteristiche di una persona, e viene sostenuto dallo strato del inconscio collettivo. Questo secondo strato è estremamente importante, perché vi si trova il deposito di tutti i nostri pensieri e delle nostre convinzioni. In questa grandissima stanza – che in realtà sta nel nostro cervello – sono memorizzati tutti gli eventi del passato della nostra vita; vi si trova tutto ciò che abbiamo visto, udito e dimenticato senza alcuna eccezione. Per fare un esempio: Nessuno si ricorda cosa ha fatto oggi 15 anni fa, almeno che questo giorno non sia stato il compleanno o il giorno del matrimonio. La nostra memoria perde un evento dopo l’altro, ma l’inconscio collettivo, nel secondo piano sotterraneo, memorizza tutto, anche gli eventi da noi dimenticati. E non solo le nostre memorie, ma anche tutte le idee e convinzioni dei nostri genitori, nonni, antenati, antenati lontanissimi e perfino di quelli che hanno vissuto migliaia di anni fa. La parola moderna per questo fenomeno si chiama fattori genetici, che vengono poi ereditati dai nostri discendenti. Perciò la psicologia sostiene che la vita di una persona dipende dallo stato del secondo strato del sotterraneo – l’inconscio collettivo. Con questo strato dio o Budda non hanno quindi niente a che fare. Lo stato dell’inconscio collettivo nel secondo piano sotterraneo decide sulla vita di una persona.



Lo psichiatra svizzero prof. dott. Jung ha esplorato l’inconscio collettivo e grazie a questa scoperta egli fa parte dei tre scopritori più grandi del mondo. Gli altri due sono Newton, che ha scoperto la gravità universale e Galileo che scoprì il movimento della terra attraverso la sua teoria eliocentrica. Il prof. Jung invece intuì che i cambiamenti nella vita di una persona vengono influenzati fortemente dall’inconscio collettivo. Divise i cambiamenti di vita nelle seguenti tre categorie: 1. simpatia e antipatia nei confronti delle persone che si incontrano; 2. quali tipi di incidenti, malattie e problemi si subiranno e quando si muore; 3. valore e senso della propria vita.



Ci sono persone per le quali nutriamo simpatia dal primo incontro, mentre nutriamo antipatia per altri anche se non c’è un motivo preciso. Ciò accade perché abbiamo adottato il modello o l’“immagine” del nostro antenato, che magari morì con il pensiero di non perdonare mai questa persona. D’altro canto abbiamo adottato anche “immagini” in cui i nostri antenati venivano trattati con amore e premura, in modo che incontri con altri risultano molto piacevoli già prima di parlarci. Questo incontro può diventare un rapporto di amicizia. Nell’ incontro uomo-donna può nascere il fenomeno del colpo di fulmine. Questo è il motivo per cui un marito che incontra una donna che tocca profondamente il suo inconscio collettivo, può abbandonare la sua famiglia da un giorno all’altro.

Ma non preoccupatevi, perché la psicologia moderna offre anche dei metodi che aiutano ad evitare che ciò accada.



C’era un deputato nella prefettura di Tochigi dal nome Funada; era una persona così capace, che lo si riteneva uno dei prossimi candidati per il posto del primo ministro. Aveva una splendida famiglia con una moglie meravigliosa. I suoi aiutanti per le elezioni erano contentissimi di lui e non avevano nulla da criticare. Ma appena incontrò una delegata nel parlamento – la sig.ra Hata – buttò via tutto per lei, lasciò la sua famiglia per poter vivere con lei. Questo caso entrò nella storia della politica come “paradiso perduto”. Entrambi persero le elezioni e andarono a vivere in un piccolo appartamento in affitto. L’incontro fra loro due fu così forte da farli sacrificare tutto. Questo è il potere dell’inconscio collettivo. Così accade anche che un uomo sparisca dopo aver incontrato una barista che tocca il suo inconscio. Questo ovviamente non vale solamente per gli uomini ma anche per le donne. Anche loro sono capaci di lasciare tutto per una scappatella.



L’inconscio collettivo influenza anche il modo in cui si vivono gli incidenti. Alcune persone ne vivono molti, altri quasi per niente. Anche questo è un tema molto discusso dalla psicologia. Uno scienziato ha studiato il passato della famiglia di un uomo, che ha spesso incidenti, e ha scoperto, che anche i suoi antenati subivano frequenti incidenti. Lo psichiatra ha studiato gli antenati di quel uomo fino ad arrivare all’era EDO. I suoi antenati spesso erano morti in incidenti cadendo dal cavallo, sbattendo contro una lettiga ecc. Nella seguente era MEJI alcuni dei suoi antenati morirono cadendo dal Jinrikisha (un carro trainato da un uomo) o investiti da un veicolo a vapore. Così lo psichiatra scoprì che molti dei suoi antenati erano stati uccisi da veicoli ed il nostro uomo aveva adottato l’inconscio collettivo della famiglia.

Lo stesso principio vale per le malattie. Accade spesso che i membri di una famiglia e i loro antenati muoiano per la stessa malattia. Secondo le statistiche che si basano su uno studio di almeno 10 generazioni gli antenati delle persone in questione erano defunti mediamente alla stessa età.

Anche nel caso dei divorzi si è visto che alcuni degli antenati di un’unica famiglia avevano divorziato nello stesso periodo dopo il matrimonio. La psicologia ha dimostrato che le persone agiscono secondo il mondo dell’ inconscio collettivo. Quindi non si può contare sulle belle parole o le minacce di alcune religioni; nemmeno talismani o amuleti ci possono proteggere. In questo caso il nostro inconscio collettivo si è programmato in modo da farci ingannare facilmente.

La psicologia ha scoperto tutto quello che sta nella sfera collettiva nel secondo piano sotterraneo – quali malattie si avranno, chi si incontra e quando si muore. Nulla accade a caso.



La stessa cosa vale anche per il resto della nostra vita. Mettiamo che una persona dica di aver fatto enormi sforzi per entrare nell’università migliore di Tokio per diventare medico. Guardiamo invece la vita dei suoi antenati, scopriamo che molti di loro erano medici. Quando invece si cerca di vivere contro il proprio inconscio collettivo adottato dai propri antenati non funziona così bene. C’è l’esempio di uno studente che nelle prove preliminari per l’ammissione a questa università ottenne dei risultati così buoni che fu sicuro quasi al 100% che sarebbe stato ammesso. Il giorno della prova finale invece ebbe un incidente od una malattia per cui non riuscì. Come se il suo inconscio collettivo avesse suggerito che questa non era la sua strada. Il suo inconscio collettivo andava in un’altra direzione. Questo è il risultato degli studi della psicologia.



Il prof. Jung, che scoprì questa parte collettiva del inconscio, più tardi si ammalò di schizofrenia. Fu curato nell’ ospedale dai suoi alunni, ma i loro sforzi furono inutili. Molti dei suoi antenati erano morti di malattie simili. Così anche nel caso suo l’inconscio collettivo aveva giocato un ruolo fondamentale. Jung rifletté a lungo e constatò: “Il collettivo è terribile”. Per una persona normale la storia finisce qui, la sua invece no, perché egli cercò un modo per modificare il suo inconscio collettivo. Infine giunse al terzo piano sotterraneo al di fuori del inconscio collettivo: Il Sé. Il sé, la terza parte del inconscio, è il mondo che non viene influenzato dalle tendenze accumulate nel passato. Gli uccelli migranti per esempio volano dalla Siberia al Hokkaido e ritorno evitando tutti gli ostacoli e rischi, nonostante non sappiano nulla di geografia e meterologia. Hanno queste capacità attingendo al Sé. I salmoni tornano al loro luogo di nascita. Salgono le correnti calde e ritornano sempre poco prima di incontrare quelle fredde.

E allora com’è il “sé” degli esseri umani?



Gli uomini nascono originariamente dotati della miglior frequenza di 7,5 HZ – lo stato vitale più alto. Eravamo in uno stato felice ed in totale armonia con l’universo. Perché non si sa, ma un giorno tutti ci siamo addossati il collettivo opprimente e triste, cosicché ora la frequenza di 7,5HZ sembra irraggiungibile. E crescendo diventa sempre più difficile. Ciò che stupisce è che l’oscillazione di 7,5 HZ si manifesta quando viene stimolato l’emisfero destro del cervello. L’emisfero destro gestisce il mondo della gioia e della gratitudine. Il “Sé” funziona nell’emisfero destro del cervello. Al sinistro appartengono invece la lamentela e la sofferenza. Più lavora l’emisfero sinistro, più sarà difficile attingere al “Sé”.



Il prof Jung, che soffriva della sua malattia si concentrò su questo “Sé” e sviluppò il suo metodo, proprio come il prof. Tonegawa. Il Prof Jung sviluppò i seguenti tre metodi:

Le capacità umane funzionano esclusivamente nei sei sensi, ossia vista, udito, tatto, gusto e olfatto..e pensiero. Il Prof Jung sviluppò i suoi metodi attraverso questi sei sensi per trovare il miglior luogo del sé. I metodi consistevano nel usare gli organi OCCHI e ORECCHIE e l’emisfero destro del cervello. Si può accedere direttamente al terzo piano sotterraneo usando questi tre contemporaneamente. Come?



Inizialmente con gli occhi: Osservando qualcosa, stimoliamo il nostro inconscio. Gli occhi hanno un potere enorme per influenzare il nostro inconscio. A seconda di quello che vediamo, cambia ciò che emerge dall’ inconscio. I bambini si rallegrano vedendo dei giocattoli, noi adulti quando vediamo soldi o vinciamo al lotto. Come sappiamo, la televisione ha un influenza enorme. Quando congiungiamo le mani tenendo lontani solo i due indici, guardando nel loro centro, i due indici si avvicinano fra di loro senza che lo dobbiamo fare consapevolmente. Questo è il potere dei nostri occhi – sono in grado di guidare il movimento delle dita. A seconda di quello che vediamo, stimoliamo sia il Sé che il “collettivo”. Se per questo motivo vediamo solo cose poco piacevoli, anche l’espressione del nostro viso diventa altrettanto sgradevole. Quando si vedono continuamente cose spiacevoli, anche il modo di camminare ne viene influenzato e la postura diventa triste. Cosa dovremmo guardare allora? Dovremmo guardare il nostro “Se”.



Il miglior metodo per vedere il nostro Sé è guardare scritture. Le cose concrete non sono adatte perché emanano immagini chiare e concrete da se stesse. Una volta si usava lo specchio per osservare il “Sé”. Ma ciò non aiuta nella psicologia, perché si iniziò poi a truccarsi vedendo difetti dappertutto. Per osservare il Sé profondo è più utile guardare delle scritture. L’oggetto di culto della Soka Gakkai – il Gohonzon, che viene studiato dalla “società di psicologia degli Stati Uniti” – è composto da caratteri. Il Gohonzon è altresì composto da tre piani. I caratteri Nam-Myoho-Renge-Kyo al centro rappresentano il terzo piano sotterraneo ossia il Sé. Attorno ci sono iscritti i caratteri che simbolizzano alcune personalità – dai Budda e Bodisattwa fino al re demone e le persone malvagie. Questi esprimono il secondo piano del sotterraneo, il mondo del inconscio collettivo. Nei quattro angoli del Gohonzon sono iscritti i quattro re celesti. Essi rappresentano l’inconscio individuale del primo piano sotterraneo, ossia le caratteristiche dell’ individuo. I quattro re celesti - Koumoku, Tamon, Zochou e Jikoku – significano vedere, udire, non errare e proteggere. Cosa si vede, sente, non si sbaglia e si protegge? Le caratteristiche personali di ogni individuo. Per questo motivo si dovrebbe guardare il Gohonzon in maniera tridimensionale: Da davanti verso la profondità di una caverna o dall’alto in una vallata. Quindi bisognerebbe guardare il Gohonzon come se Nam-Myoho-Renge-Kyo al centro fosse prospetticamente più in profondità. Contemporaneamente bisogna recitare Nam-Myoho-Renge-Kyo in modo da far emergere il migliore e più profondo stato del Sé. In questo modo la pratica acquista tutta un’altra forza.



Veniamo ora all’udito: Anche le orecchie hanno il potere meraviglioso di risvegliare il nostro inconscio. Provate a sussurrare nel orecchio del vostro vicino per esempio: “Lei ha una faccia strana”. Sicuramente il suo umore peggiorerà anche se è solo un esperimento. Quando ascoltiamo una trasmissione alla radio succede che nonostante sappiamo che gli speaker leggono solo un copione possiamo reagire con lacrime di gioia o rabbia. E questo accade perché la voce alla radio ha stimolato il nostro inconscio. Una volta in Giappone è capitato che quando alla radio davano il dramma d’amore “Qual è il tuo nome?” tantissimi ascoltatori in tutto il paese provavano batticuore e piangevano dalla commozione. La stessa storia venne poi trasmessa anche in TV, ma l’effetto non fu lo stesso. Questo perché l’effetto delle immagini è molto più forte attraverso l’udito. In questo modo ognuno forma una sua “immagine” incisiva nel cervello. E’ estremamente importante cosa si ode.



Le cose migliori per l’emisfero destro del cervello sono quelle che danno più gioia e più stimoli. Questo emisfero preferisce udire parole di gratitudine “mille grazie”. Quando una persona sente parole di gratitudine, il suo emisfero destro diventa altamente attivo. Quello sinistro invece non reagisce proprio, perché è il luogo delle lamentele e del dolore. Le persone sono molto felici quando qualcuno ringrazia, perché ciò attiva l’emisfero destro e ci si avvicina alla frequenza di 7,5 HZ. In questo modo le persone sono più gioiose e più felici.



Nam-Myoho-Renge-Kyo – scritto al centro del Gohonzon – è una frase indiana scritta in Kanji (caratteri cinesi). In lingua indiana si dice “Nam-Sad-dharma-pundarika-sutram” che in forma abbreviata vuol dire “grazie”. E’ quindi una parola di gratitudine. Ovviamente ogni singolo carattere ha un significato profondo, ma riassumendo significa “mille grazie”, è però un grazie milioni di volte più profondo/forte di uno normale. Molti anni addietro un giapponese di nome Nichiren definì “Nam-Myoho-Renge-Kyo” come espressione della vibrazione migliore.

Significa: “Grazie di cuore, ringrazio dal profondo del cuore.”



A proposito - l’espressione “Nam-Amida-Butsu”, che in Giappone si sente spesso, significa “aiuto”. Cioè un’espressione lamentosa con il significato: “Caro Budda Amida, aiutami per favore.” Dato che lamentele e dolore fanno parte dell’emisfero sinistro, non si può stimolare la frequenza di 7,5 HZ, quindi non serve a nulla invocare Nam-Amida-Butsu. Anzi – questo ci allontana dal nostro “Sé”. “Nam-Myoho-Renge-Kyo”, essendo la parola della gratitudine, stimola invece l’emisfero destro, facendo emergere il “Sé” inconscio e facendoci avvicinare allo stato ideale della frequenza di 7,5 HZ.





La fede come pratica



In base alle due spiegazioni dal punto di vista della fisica del professor Tonegawa e della psicologia del professor Jung possiamo riflettere su come dovrebbe essere una fede corretta. Su questa base viene la conclusione che sarebbe meglio, ossia non c’è altro modo, che praticare con l’atteggiamento di fede della Soka Gakkai, come consiglia anche la “società di psicologia degli Stati Uniti”. Perché l’atteggiamento lamentoso di chiedere aiuto ha solo effetti negativi e ci allontana sempre più dalla migliore vibrazione della vita che abbiamo a disposizione, perché attiva solo l’emisfero sinistro.



Bisogna attivare l’emisfero destro! E per fare questo ci vuole l’atteggiamento di fede della gratitudine che stimola l’emisfero destro. Coloro che recitano Nam-Myoho-Renge-Kyo quotidianamente, come i membri della Soka Gakkai, ripetono continuamente l’espressione della gratitudine e stimolano quindi il terzo piano sotterraneo, il “Sé”, un luogo pieno di gioia e felicità.



Un neonato vive soprattutto nel mondo della gratitudine e della gioia, cioè nel mondo della felicità. Questo stato è la base dei sentimenti umani. La frequenza 7,5 HZ è la vibrazione di base degli esseri umani. Ripeto: Il modo migliore per far emergere questo stato, per attivare l’emisfero destro, è esprimere ripetutamente parole di gratitudine.



Come e per che cosa possiamo ringraziare, per attivare la gratitudine nel miglior modo possibile?

Ci sono tre modi:



1. Bisogna ringraziare per le cose per cui bisogna avere gratitudine.

2. Ringraziamo anche per ciò che in realtà che non ci evoca gratitudine per niente.

3. Ringraziamo per il futuro.

Pregando in questo ordine ci sentiremo incredibilmente forti. Altrimenti può anche succedere che nonostante si abbia recitato un ora di Daimoku (Nam-Myoho-Renge-Kyo) con forza, ci si senta sfiniti e stanchi.



Ci sono delle persone che durante la recitazione improvvisamente sentono il bisogno di pulire il Butsudan (l’altare per il Gohonzon). O peggio ancora sono quelli che si alzano di scatto come se si fossero ricordati qualcosa di importante iniziando – mentre la loro bocca ancora recita il Daimoku – a sistemare delle cose per poi tornare davanti al Gohonzon continuando come se nulla fosse successo. Questo accade, perché usano l’emisfero sinistro per recitare.



E’ indispensabile usare l’emisfero destro del cervello. Ho già detto che per riuscire a fare ciò bisogna usare gli occhi e le orecchie. Usando l’emisfero destro, sarà facile recitare molto Daimoku.

Ora vediamo come si fa ad usare l’emisfero destro del cervello durante la recitazione.



Il primo grado della gratitudine comprende la preghiera per ciò per cui bisogna ringraziare.



Come già detto, non va bene pregare in questo modo: “Per favore Gohonzon aiutami”. In questa preghiera esprimete solo la vostra lamentela che viene dall’emisfero sinistro e fa parte dell’inconscio collettivo. In quasi tutte le confessioni religiose si prega con questo tipo di atteggiamento. Dobbiamo smettere a fare così. Invece dobbiamo ricordarci le tante cose per le quali dobbiamo ringraziare come per esempio: Questa cosa bella mi è successa, questa persona mi ha sostenuta ecc… Pezzo per pezzo, uno dopo l’altro – non importa come e quanto piccoli ed insignificanti possano sembrare – torneranno tutti i ricordi positivi e possiamo ringraziare per essi. Non importa ringraziare ripetutamente per le stesse cose; bisogna sempre rafforzare ed esprimere la nostra gratitudine. Ci sentiremo subito meglio quando, mentre recitiamo, ricordiamo tutto quello – sempre il più possibile – per cui dobbiamo essere grati e ringraziamo. Sentiremo chiaramente di stare meglio perché abbiamo stimolato l’emisfero destro e saremo più allegri e più felici.



Il secondo grado della preghiera della gratitudine riguarda tutto ciò che non ci fa sentire gratitudine per niente. Se avete una grave malattia, pregate con profonda gratitudine per la vostra malattia: “Sono profondamente grato, perché in questo modo posso cambiare il mio Karma, il mio inconscio collettivo!” Recitate in questo modo anche per i problemi nel vostro matrimonio. Quando uno dei figli non vuole più andare a scuola e non vuole fare nulla, quando siete disoccupati o quando avete grossi problemi di rapporto – per tutti i dolori e le sofferenze - ringraziate in questo modo: “Grazie che mi sono ammalato!” Non pregate “Per favore, il Gohonzon possa guarire la mia malattia!” Questo tipo di preghiera in cui si supplica per la grazia non aiuta perché nasce dalla lamentele e dal piagnucolare. La preghiera durante la recitazione del Daimoku deve nascere dalla gratitudine. Dovremo recitare con gratitudine per tutti i problemi come: “Sono grato per la situazione che mio figlio non va più a scuola”, “ringrazio che non vado più d’accordo con mio marito” ecc… – questo tipo di preghiera è giusto e otterrà risposta.



Se avete una vecchia vicina antipatica recitate “Cara signora, la ringrazio di cuore!”; se soffrite per vostro marito o avete difficoltà con un figlio la preghiera giusta è: “Tesoro ti sono grata!” o “caro Taro, ti devo proprio ringraziare!” Con questo atteggiamento di gratitudine potete superare il vostro inconscio collettivo tramandato da generazione a generazione – detto buddisticamente il vostro Karma – nella vostra generazione. Anche lo psicologo prof Jung dice che questo atteggiamento è determinante.



Nella terza fase dovreste ringraziare per il vostro futuro. Bisogna immaginare il proprio futuro come lo si desidera. Formate questa “immagine” finche non avete superato il vostro attuale problema che sembra impossibile e duro da schiodare. Decidete in che giorno/mese/anno lo avrete superato. Non importa se il vostro medico ha detto che la vostra malattia è inguaribile, voi decidete quale giorno/mese/anno l’avrete guarita. Fate un passo ulteriore e formulate la vostra preghiera nel passato: “La mia malattia è stata guarita!” Prof Jung disse che ritenere una cosa per già accaduta è la cosa più effettiva. L’idea di prof Tonegawa è la stessa.

Si dice che il presidente della SGI, Daisaku Ikeda, abbia già disegnato e colorato “l’immagine” della Soka Gakkai fra 500 anni in maniera completa. Nel suo cuore avrebbe già iniziato ad immaginare la Soka Gakkai dopo 500 anni.



Per riassumere: Decidete voi stessi quando avrete superato le sofferenze per i figli, rapporti umani, malattia – insomma tutto quanto – il giorno esatto e create “l’immagine” che avete superato tutto, formulate la preghiera nel passato (già accaduto) e ringraziate per questo.



Con questo metodo il professor Jung riuscì a guarire la sua malattia, la schizofrenia. Ringraziò per “l’immagine” della sua guarigione e di fatto guarì. Era grato per tutto, anche per quello che non aveva ancora superato e proprio per questo riuscì a superare tutto – ritenendolo superato. In questo modo si può realizzare tutto senza dubbio, perché la zona del “Sé”, che si trova nel terzo piano sotterraneo del nostro inconscio ha una forza immensa. Ha la forza di cambiare tutto. Questa forza così incredibilmente grande si trova nella frequenza di 7,5 HZ.



Quando si aggiungono poche gocce di inchiostro rosso in un bicchiere, l’acqua all’interno diventa completamente rossa. Anche cambiando bicchiere il colore dell’acqua non cambierà – rimarrà rosso per quanto si possa cambiare bicchiere. La stessa cosa vale per l’inconscio collettivo. Si rimane sempre influenzati dal secondo piano sotterraneo. Ma quando si butta l’acqua dal bicchiere in un contenitore più grande pieno d’acqua (tipo un secchio) il colore rosso sarà visibile solo per un momento e poi sparirà completamente perché si mischia con tanta acqua pulita. Lo spazio del terzo piano più profondo, il “Sé” è un contenitore così grande.



Immaginate una piscina piena d’acqua. Il nostro inconscio collettivo può essere paragonato con il bicchiere d’acqua con il colore rosso. Il colore non ha importanza, può essere rosso o nero. Il Karma di ognuno ha un colore diverso, anche quello collettivo. Il colore sparisce immediatamente quando lo si butta in una piscina. Il colore c’è ancora, ma non lo si vede, perché è talmente insignificante quasi inesistente. L’inconscio collettivo che ha fatto così tanto soffrire una persona è stato distrutto. L’inconscio collettivo della sofferenza non esiste più. Questo assomiglia all’immagine della medicina in cui le cellule cancerogene sono state “mangiate”. In altre parole: L’inconscio collettivo è diventato pulito, bianco.



Negli USA si usa il seguente metodo per malati di tumore nello stadio terminale: Si lascia disegnare al malato un immagine, in cui i leucociti mangiano le sue cellule cancerogene. Questo è considerato un metodo di guarigione.



Così anche la preghiera al Gohonzon per la guarigione dalla malattia dal punto di vista della medicina non è infondata o non-scientifica. Non è raro che i membri della Soka Gakkai superino tumori, è ormai un’esperienza normale con il Gohonzon.



Dato che si può guarire dai tumori, la guarigione di altre malattie è scontata. Anche la Neurodermatite può essere guarita. Visualizzate l’immagine del vostro futuro: Quando soffrite per essere ricaduti dopo la dieta immaginate di non avere più questo problema. Quando desiderate sposarvi visualizzate l’immagine del partner ideale, immaginate che state seduti uno accanto all’altro e ringraziate per questo ritenendo questa immagine per reale, per accaduta. E così accadrà. E un’altra cosa rispetto al desiderarlo semplicemente, perché desiderarlo e basta fa parte dell’emisfero sinistro.



Riassumiamo: Mentre recitate Nam-Myoho-Renge-Kyo provate per favore gratitudine per la situazione nella quale vi trovate e ringraziate per l’immagine del futuro esprimendolo nel passato perché accadrà senz’altro. Quando soffrite per vostro marito ringraziatelo dal profondo del cuore e poi ringraziate per il futuro con l’immagine che lui sia diventata una persona meravigliosa. Cambierà senza dubbio. Non dovete desiderare che cambi, perché vi porta nell’emisfero sinistro, proprio perché cercate un aiuto esterno. Disegnate







l’immagine che lui è cambiato nella vostra testa. Ritenetelo un fatto compiuto e ringraziate per questo quando recitate.



Perché le cose accadono quando si prega in questo modo?

Il motivo è il terzo piano sotterraneo dentro di noi, il “Sé”, che fa parte del mondo della vibrazione di 7,5 HZ, che secondo il prof Tonegawa può influenzare con le sue onde anche il “Sé” di un’altra persona. Siamo felici quando qualcuno ci ringrazia perché il “Sé” di entrambi è unito in profondità. Questo non vale solo per gli esseri umani, ma anche per i cani ed altri animali. Il cane gioisce quando viene lodato. Nonostante non comprenda le parole di lode, è in grado di percepire che viene lodato. Lo sanno tutti quelli che hanno un cane. L’onda o la vibrazione della nostra vita si trasmette ad un altro. Si trasmette la vibrazione/onda della gratitudine al cane – non le parole. Tutti i cani lodati gioiscono, sia che vengano lodati in inglese, giapponese o coreano, perché percepiscono la vibrazione della gratitudine. La vibrazione del nostro “Sé” agisce sul “Sé” dell’altra persona. Anche se l’altro non ne è consapevole il “Sé” del suo inconscio oscilla insieme al vostro, facendolo cambiare. Anche se l’altro non sa che pregate per lui, le vostre vibrazioni attivano il suo “Sé” facendolo entrare nel conscio. Questo non vale solo per vostro marito. Tutti i rapporti umani che vi fanno soffrire vengono superati con lo stesso principio. Non c’è alcun dubbio.



Mettiamo il caso che domani mattina dobbiate fare un lavoro sgradevole, o che dobbiate incontrare una persona sgradevole; non avete voglia di partecipare alla riunione di domani, l’interlocutore è burbero e di vedute strette. Create mentre recitate Nam-Myoho-Renge-Kyo “l’immagine” giusta: Potete comunicare nello stato migliore, sbrigare il lavoro allegramente e godervi il cafè perché lui non ha detto nulla di antipatico. Con l’immagine che è stato già così pregate in questo modo: “Sono molto grato e felice che sia andata così.” La riunione sarà molto diversa dal solito. L’effetto di questo tipo di preghiera è ancora più evidente quando lo si ripete ogni volta. L’incontro con questa persona diventerà un evento gioioso. Quando continuate a creare le “immagini” future dell’ incontro con questa persona e ringraziate per la realizzazione, il risultato del cambiamento sarà incredibilmente grande.



L’imbianchino del “Painthaus”, il venditore di Yakitori di “Yoro-no-taki” ed il cuoco della zuppa di pasta unica, che ho menzionati all’inizio di questo discorso, hanno recitato in questo modo. Sono membri della Soka Gakkai. La moglie del calcatore Ronaldo pratica e lui è rifiorito. La stessa cosa vale per Roberto Baggio dall’ Italia.

E’ sufficiente che una persona della famiglia inizi a praticare. Le sue vibrazioni si trasmettono su moglie/marito, figli e genitori. Tutti cambieranno sempre di più, lo si può vedere e sentire.

Il successo di queste persone deriva dal fatto che non pregavano per la grazia di un dio o del Budda. La loro fede non aveva niente a che fare col supplicare, lamentarsi o chiedere aiuto. Ciò fa parte dell’emisfero sinistro. Quando recitiamo dobbiamo usare l’emisfero destro del cervello, non quello sinistro, per avvicinarci allo stato della vibrazione di 7,5 HZ che possediamo originariamente. Facciamo emergere semplicemente la forza/il potere che è insito nella nostra vita in origine. Ed il metodo migliore è quello che ho descritto qui. Anche lo psicologo prof Jung vinse sulla schizofrenia pregando al suo “Gohonzon”.



Nichiren sviluppò il Gohonzon 700 anni fa. Per favore scrivete il diario del vostro futuro davanti a questo Gohonzon. Normalmente col diario si intende il passato, in questo caso invece si scrive nel proprio cuore il diario del futuro. Per favore sviluppate lo stato vitale migliore, la migliore condizione, la vibrazione ideale di 7,5 HZ.



Ripeto: In questo Buddismo non si chiede aiuto. Si ringrazia per tutto, tutti gli eventi passati, presenti e per il futuro da voi immaginato concretamente, in cui avete superato tutti i vostri problemi. Il Gohonzon esiste per questo scopo e noi usiamo i nostri occhi e le nostre orecchie per osservare noi stessi. Vi consiglio di praticare assolutamente in questo modo. I vostri desideri si realizzeranno senza dubbio e le vostre preghiere otterranno risposta se fate così.


(tina)