domenica 15 settembre 2013
IL MONDO DI COLLERA
Il desidero di imparare dagli altri e la capacità di introspezione sono le qualità che ci identificano come esseri umani, i mezzi grazie ai quali ci sviluppiamo e diventiamo più felici. Ma cosa accade quando perdiamo o trascuriamo di coltivare tali qualità? La terrificante conseguenza è quello che il Buddismo descrive come il mondo di Collera.
La parola “collera” ci fa venire in mente una persona che perde il controllo, si arrabbia o peggio si infuria, ma questa può essere la reazione naturale e a volte necessaria alle situazioni che s’incontrano; tale collera infatti potrebbe essere positiva, per esempio quando è diretta contro l’ingiustizia o l’irresponsabilità. C’è una differenza fra tutto ciò e il mondo di Collera, caratterizzato dall’ossessione verso il proprio ego, come viene descritto nella teoria buddista. La Collera è uno dei dieci stati vitali che, secondo il concetto buddista dei dieci mondi, sono inerenti a tutte le persone. Li sperimentiamo in tempi e modi diversi, a seconda della nostra risposta alle varie situazioni e in relazione all’intensità della nostra motivazione interiore a lottare per migliorare noi stessi. Essi sono: Inferno, Avidità, Animalità, Collera, Umanità, Cielo, Apprendimento, Realizzazione, Bodhisattva e Buddità.
La caratteristica principale del mondo di Collera è l’invidia, cioè il non poter tollerare l’idea che qualcuno sia in qualche modo superiore a noi, è l’ardente bisogno di sentirsi superiori agli altri, la convinzione di essere fondamentalmente migliori degli altri.
Come descrive un testo buddista: «Dal momento che coloro i quali sono nel mondo di Collera desiderano sempre essere superiori a chiunque altro e non possono sopportare di essere inferiori ad alcuno, essi sminuiscono e disprezzano gli altri ed esaltano se stessi, come un falco che vola e guarda il mondo dall’alto. Allo stesso tempo, apparentemente, cercano di mostrare le virtù di benevolenza, giustizia, correttezza, saggezza e lealtà».
Nichiren, che nel XIII secolo fondò in Giappone il Buddismo praticato dai membri della SGI, caratterizzò la Collera come “perversione” a causa del forte divario fra il mondo interiore e quello esteriore di chi è nello stato di Collera. La forte competitività viene mascherata da un comportamento virtuoso e ossequioso, studiato appositamente per suscitare quel riconoscimento da parte degli altri, così essenziale per il proprio senso di superiorità. L’aggressività delle persone in questo stato nasconde la loro insicurezza. Arroganza, disprezzo per gli altri, una vena fortemente critica e un potente impulso verso il conflitto o la competizione sono tutti aspetti attraverso cui si manifesta il mondo di Collera nella nostra vita. Le conseguenze possono essere disastrose, quando nelle sue spire vengono catturate persone in posti di potere e di autorità, o quando questo stato vitale predomina nella società. Come dice il presidente della SGI Daisaku Ikeda, a chi è in questo stato «tutto appare come un mezzo o uno strumento per realizzare i propri impulsi e desideri egoistici. In proporzione inversa alla misura di questa tronfia arroganza, l’esistenza degli altri – popoli, cultura, natura – risulta minuscola e insignificante. Perciò far del male o persino uccidere gli altri, considerati privi di ogni valore, diventa una cosa assolutamente irrilevante. È questo stato mentale che approverebbe l’uso delle armi nucleari… le persone in questo stato vitale sono cieche, non soltanto alle orrende sofferenze provocate dalle loro azioni, ma alla vita umana in sé e per sé».
Il movimento della Soka Gakkai si propone di trasformare la società attraverso la trasformazione del cuore dell’individuo, basandosi sulla comprensione delle dinamiche e delle profonde interconnessioni fra le persone, la società e l’universo stesso.
Mentre tutti lottano per essere felici, le persone nel mondo di Collera, i cui sforzi sono indirizzati nella direzione sbagliata, vengono trascinate sempre più a fondo, nella miseria e nella solitudine. Comunque, paradossalmente, la consapevolezza di sé e dell’importanza della propria vita, caratteristica del mondo di Collera, è la porta d’accesso all’empatia verso gli altri. Lo spiccato senso del proprio ego può fornire una base per comprendere quanto sia preziosa ogni vita, e per condividere quanto possa essere difficile condurre un’esistenza felice in questo mondo.
La chiave per trasformare il mondo di Collera consiste nel diventare padroni di quell’energia, un tempo rivolta a vincere sugli altri, e indirizzarla a vincere su se stessi. Si comincia semplicemente avendo l’umiltà di rispettare e ammirare ciò che è degno di lode negli altri.
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